Il Chelsea di Sarri va malissimo
Il 6-0 contro il City è stata la sconfitta più pesante mai subita in Premier League dal club: a fine partita Sarri non ha dato la mano a Guardiola
Domenica sera, nella ventiseiesima giornata della Premier League inglese, il Chelsea allenato da Maurizio Sarri è stato battuto 6-0 in trasferta dal Manchester City, squadra in testa al campionato a pari merito con il Liverpool. Per il Chelsea è stata la sconfitta più pesante mai subita nella storia della Premier League, ovvero dal 1992 a oggi. La portata della sconfitta è stata del tutto inaspettata, nonostante il Chelsea si trovi da tempo in difficoltà. Il City di Pep Guardiola ha segnato il suo primo gol dopo appena quattro minuti di gioco e poi altri tre nei venti minuti successivi. Il Chelsea non ha avuto mai la forza di reagire e nella ripresa ha subito altri due gol per il 6-0 finale. Con questa sconfitta è uscito dalle prime quattro posizioni della classifica, quelle che qualificano alla Champions League, e ora si trova al sesto posto, dietro Arsenal e Manchester United.
Al termine della partita, giocata all’Etihad Stadium di Manchester, Maurizio Sarri è sembrato rifiutarsi di stringere la mano a Guardiola. Il buon rapporto che c’è tra i due allenatori è noto e per questo motivo il comportamento di Sarri ha sorpreso un po’ tutti, compreso lo stesso Guardiola, a cui Gianfranco Zola, il vice di Sarri al Chelsea, è andato subito a dare spiegazioni.
Dopo un inizio di stagione molto buono, con quattordici vittorie in diciotto partite fra campionato e coppe, il Chelsea di Sarri ha perso via via sicurezza rimediando frequenti sconfitte anche contro avversarie ampiamente alla portata. A fine gennaio, dopo alcuni piccoli segnali di ripresa, era arrivata l’ultima pesante sconfitta: un 4-0 subito in casa del Bournemouth, uno dei club più piccoli della Premier League. A Bournemouth il Chelsea aveva dimostrato di non saper ancora reagire in alcun modo alle difficoltà, subendo tutti e quattro i gol negli ultimi quarantacinque minuti di gioco.
I problemi della squadra vanno quindi oltre l’aspetto tattico, anche se ogni suo reparto ha comunque evidenziato dei difetti. Negli ultimi mesi la difesa si è rivelata troppo fragile e la scelta di affidarsi al brasiliano David Luiz non ha pagato, vista la quantità di errori commessi dal giocatore. A centrocampo, l’italiano Jorginho — che Sarri si è portato a Londra dal Napoli — subisce troppo la prestanza fisica media del campionato inglese e anche per questo risulta troppo poco incisivo. In attacco uno dei due problemi principali, quello del centravanti, è stato risolto con l’arrivo di Gonzalo Higuain, autore di due gol in quattro partite. L’altro però è rimasto. La posizione del belga Eden Hazard, fuoriclasse cercato con insistenza dal Real Madrid, è un interrogativo: come esterno lasciato libero di agire non rende, ma sembra anche poco incline a seguire le rigide indicazioni di Sarri. Un gruppo di giocatori pare inoltre in aperto contrasto con la rigidità tattica imposta alla squadra e anche con alcune scelte, come per esempio quella di tenere Jorginho al centro del gioco.
La storia recente del Chelsea è fatta di continua alti e bassi. Negli ultimi sei anni, a una stagione positiva ne è sempre seguita una deludente. È successo con Mourinho, esonerato l’anno dopo aver vinto la Premier League, e con Antonio Conte, che a sua volta fu esonerato dopo aver vinto il campionato in una stagione da record. In entrambi i casi furono decisive le incomprensioni con i giocatori nate da approcci ritenuti troppo rigidi e difensivi. Con Sarri le difficoltà con i giocatori sono venute fuori già nel corso della prima stagione e hanno portato a una serie di sconfitte eccessivamente pesanti.
Dopo la sconfitta con il City, Sarri ha detto di non sapersi spiegare le ragioni di un risultato così pesante, anche alla luce del lavoro svolto negli allenamenti in settimana, ritenuto soddisfacente. Sarri ha spiegato che la squadra è stata sopraffatta dal pressing del City senza riuscire a trovare un modo per reagire e sorpassare quindi la pressione avversaria. Ha poi aggiunto di non aver visto Guardiola a bordo campo e di non avere nessun problema nei suoi confronti. Questa versione è stata poi confermata anche da Guardiola.