Qual è l’Emilia e qual è la Romagna
Siniša Mihajlović, appena diventato allenatore del Bologna, ha chiamato «romagnoli» i bolognesi
Il 29 gennaio Siniša Mihajlović ha preso il posto di Filippo Inzaghi come allenatore della squadra di calcio del Bologna, che aveva già allenato dal 2008 al 2009. Durante la conferenza stampa in cui si è presentato nel suo nuovo ruolo, Mihajlović ha parlato dell’accoglienza e della gentilezza dei bolognesi, chiamandoli «romagnoli»: ma Bologna non si trova in Romagna, bensì in Emilia, come hanno subito fatto notare molti commentatori. L’errore è comunque frequente: per chi non è emiliano o romagnolo, la differenza tra Emilia e Romagna non è chiarissima per via che le due parti formano la regione politica dell’Emilia-Romagna, e però non sono distinguibili nemmeno usando il criterio delle province. Imola, per esempio, è romagnola, pur facendo parte della provincia di Bologna.
Ieri, prima conferenza stampa come nuovo allenatore del Bologna, Siniša Mihajlović ha detto: «A Bologna io son stato benissimo; del resto non lo scopro io, in Romagna si sta bene». E nessuno gli ha detto niente.
— paolonori (@paolonori) January 30, 2019
L’Emilia e la Romagna sono due regioni storiche, nel senso che esistono come entità geografiche da secoli, nonostante, a differenza della Toscana ad esempio, non siano mai state entità politiche unite e indipendenti. L’Emilia è interamente compresa nella regione amministrativa Emilia-Romagna, mentre storicamente si consideravano Romagna anche parti delle attuali Marche (nel nord delle quali ci sono tuttora molte affinità con la Romagna) e Toscana. Poi Ferrara è in Emilia anche se non ci passa la via Emilia, mentre Rimini è in Romagna, nonostante la via Emilia finisca lì. Diverse province non limitate dalle montagne hanno grosse affinità con le regioni vicine, come Piacenza, Ferrara o Rimini. Insomma, gli estranei fanno spesso confusione.
I confini fisici della Romagna sono, più o meno (sul dettaglio ci sono secolari dibattiti), il fiume Reno a nord, il torrente Sillaro e la dorsale degli Appennini a ovest e, a sud, una linea che unisce il Passo della Futa, in provincia di Firenze, al Monte Maggiore dell’Alpe della Luna e poi al Monte Carpegna, nelle Marche, e allo sprone di Focara, uno sperone roccioso che si affaccia sull’Adriatico. Molto grossomodo, la Romagna è la parte meridionale della striscia della regione a ridosso del mare.
I confini fisici dell’Emilia coincidono in gran parte con quelli dell’Emilia-Romagna: le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara ne fanno parte completamente, quella di Bologna ne fa parte se si esclude il comune di Imola e altri confinanti che si trovano a est del torrente Sillaro. In questa cartina, che mostra meglio il confine, sono indicate le zone in cui si parla (o si parlava) il dialetto emiliano (non solo in Emilia) e quelle in cui invece si parla quello romagnolo.
Gli italiani che non hanno mai vissuto in Emilia-Romagna o non conoscono persone originarie della regione tendono per brevità e ignoranza a definire «romagnoli» anche gli emiliani, o viceversa. Molto spesso non percepiscono le caratteristiche culturali che li distinguono, piccole cose che però chi è emiliano o romagnolo conosce bene. Ci sono ad esempio differenze in ambito culinario: a grandi linee, in Emilia si fanno i tortellini, in Romagna i cappelletti, anche se in queste cose c’è sempre chi la pensa diversamente, ad esempio i parmigiani che fanno cappelletti e li chiamano anche “anolini”.
C’è poi uno stereotipo caratteriale secondo cui i romagnoli sarebbero molto estroversi e accoglienti (il successo del turismo lungo la costa adriatica ne sarebbe una prova), mentre gli emiliani sarebbero un po’ più chiusi, anche se comunque alla mano. La principale differenza comunque è storica e conseguentemente linguistica: dalla caduta dell’Impero Romano fino all’Unità d’Italia, Emilia e Romagna sono sempre state divise, con le città emiliane organizzate in comuni e ducati più o meno indipendenti e quelle romagnole sotto l’Impero Bizantino e poi sotto lo Stato della Chiesa.
Anche Bologna passò sotto lo Stato della Chiesa a un certo punto, all’inizio del Cinquecento, ma dal punto di vista amministrativo fu sempre considerata diversa dalla Romagna, e per questo si è tenuta l’identità emiliana. La città quindi sarebbe un po’ nel mezzo, geograficamente e storicamente (e anche culturalmente, dando retta a Francesco Guccini che nella canzone “Bologna” la definisce «la grassa e l’umana già un poco Romagna, e in odor di Toscana»): ma alla fine è comunque indubitabilmente emiliana.