La Polonia vuole uccidere quasi tutti i suoi cinghiali
Per fermare una grave epidemia di peste suina africana, ma ci sono proteste per chiedere una soluzione alternativa
Il governo polacco ha deciso di abbattere quasi tutta la popolazione nazionale di cinghiali, con l’obiettivo di fermare l’epidemia di peste suina africana che si sta diffondendo in alcune aree del paese, soprattutto nell’est. Le autorità temono che l’epidemia, diffusa forse dai cinghiali arrivati dalla Bielorussia, si possa estendere ai maiali di allevamento, con conseguenze molto gravi per l’industria polacca della carne. Secondo diversi biologi e scienziati, però, la soluzione trovata potrebbe rivelarsi controproducente e a inizio gennaio si sono tenute in diverse città della Polonia molte proteste che hanno coinvolto migliaia di persone.
La peste suina africana è letale per i maiali e i cinghiali ma non ha effetti sugli esseri umani: non esistono vaccini o modi per trattarla e spesso l’unica soluzione è quella di abbattere gli animali che la contraggono. Il virus si diffonde rapidamente ed è molto resiliente: negli ultimi anni ci sono state epidemie in Russia e in altre zone dell’Europa e dell’Asia, come per esempio in Romania, Belgio, Bulgaria e alcune province cinesi, e in Danimarca è stata approvata la costruzione di un muro per evitare il contagio.
Buona parte della carne prodotta in Unione Europea – e in Polonia – è carne di maiale, che è anche una delle merci più esportate del continente. È per questo motivo che i paesi membri e l’Unione Europea vogliono prevenire in ogni modo che la peste suina si diffonda. Lo scorso anno il Servizio veterinario nazionale polacco approvò un piano per l’abbattimento di 185 mila cinghiali selvatici: da aprile, hanno detto le associazioni di caccia polacche, sarebbero già stati uccisi 168 mila esemplari, e da tre settimane sono iniziate nuove battute di caccia nelle zone orientali del paese per uccidere almeno altri 20 mila cinghiali. Nel primo fine settimana di caccia sono stati abbattuti 721 cinghiali selvatici, le battute di caccia termineranno a fine gennaio.
Il Servizio veterinario nazionale della Polonia ha detto che i casi di peste suina africana registrati dall’inizio dell’epidemia, nel 2014, sono stati 3.407. Solo nel 2018, sono stati confermati 2.443 casi di peste suina nei cinghiali selvatici, anche nelle zone urbane, per esempio a Varsavia, dove i casi confermati sono stati 225. I focolai della malattia negli allevamenti di suini sono in aumento: sono stati 213 quelli registrati dal 2014, di cui 108 solo nel 2018. Secondo il ministero dell’Agricoltura polacco, lo scorso anno la Polonia ha speso circa 200 milioni di złoty (circa 47 milioni di euro) per combattere la peste suina africana.
Mikołaj Golachowski, biologo e attivista per i diritti degli animali, ha detto al Guardian che secondo lui abbattere i cinghiali sarebbe inutile. Golachowski è molto critico verso il governo e ritiene che l’unico risultato che si otterrà dalla soluzione proposta sarà quello di far scappare gli animali e favorire ancora di più la diffusione del virus. Inoltre, ha aggiunto Golachowski, l’uccisione di molti cinghiali selvatici potrebbe avere effetti notevoli sull’ecosistema: scavando con le zampe in cerca di cibo, i cinghiali arano il terreno e permettono ai semi di germogliare; sono anche predatori di roditori e mangiano larve di insetto, due specie altamente infestanti le cui popolazioni potrebbero crescere in futuro. Secondo alcuni esperti, una soluzione alternativa sarebbe sterilizzare strumenti e indumenti usati nelle fattorie e migliorare le condizioni sanitarie in cui vivono i maiali d’allevamento per evitare che l’epidemia colpisca altri animali.