La Juventus vince anche quando gioca male
Come ieri sera contro la Lazio: ma varrà lo stesso anche in Europa?
Nel posticipo domenicale della ventunesima giornata di Serie A la Juventus è riuscita a battere in rimonta la Lazio allo Stadio Olimpico nonostante per un’ora abbia giocato probabilmente la sua peggior partita di questa stagione. La Lazio, invece, in quell’ora abbondante di gioco ha disputato una gara quasi perfetta, ma sprecando troppe occasioni per segnare ha mantenuto in partita la Juventus, che poi ha ribaltato l’incontro in soli venti minuti. I tre gol della partita sono arrivati tutti nel secondo tempo, dopo il primo dominato dalla Lazio in cui la Juventus non ha tirato in porta nemmeno una volta.
Verso l’ora di gioco un autogol del centrocampista tedesco Emre Can sugli sviluppi di un calcio d’angolo ha portato in svantaggio la Juventus. Nei minuti successivi la Lazio ha avuto le ultime occasioni per segnare, andandoci vicina in un paio di occasioni ma rimanendo troppo imprecisa davanti alla porta di Szczesny, autore di alcune grandi parate.
La partita è cambiata proprio in quei minuti, quando la Juventus ha sostituito Blaise Matuidi e Douglas Costa – imprecisi e inconsistenti – con gli esterni Joao Cancelo e Federico Bernardeschi, i quali hanno aggiunto la qualità che stava mancando. A un quarto d’ora dalla fine Cancelo ha segnato il gol del pareggio su azione portata avanti sulla fascia da Bernardeschi. Da lì la Juventus è cresciuta ed è diventata decisamente più precisa. A due minuti dalla fine Cancelo – seguendo un’altra azione di Bernardeschi – si è procurato il calcio rigore segnato da Cristiano Ronaldo, che ha chiuso la partita. Subito dopo Cancelo e Bernardeschi hanno fallito un’altra grande occasione per fare gol.
Per la Juventus è la diciannovesima vittoria in ventuno partite di campionato. Grazie anche al pareggio del Napoli contro il Milan di sabato sera, ha aumentato ancora il suo vantaggio in classifica: alla seconda giornata di ritorno ha undici punti sulla seconda e diciannove sulla terza. Tanti.
Con l’ottavo Scudetto di fatto già al sicuro, la Juventus ora può dedicarsi alla Champions League, il suo obiettivo principale, che ritorna a metà febbraio con gli ottavi di finale. Dopo esserle sfuggita negli ultimi quattro anni, questo potrebbe essere quello buono. L’arrivo di Cristiano Ronaldo, e il conseguente rafforzamento della squadra, è coinciso con una stagione europea senza veri “padroni”. Il Real Madrid tre volte campione d’Europa è in crisi (probabilmente proprio perché non ha più Ronaldo) e nessun’altra squadra – forse solo il Liverpool, primo in Premier League – sembra sia ben equipaggiata come la Juventus.
Ma la Champions League è un torneo completamente differente e nelle sue ultime partecipazioni la Juventus è andata incontro a difficoltà che in Italia non trova. Ha infatti dimostrato di avere una specie di “blocco” nelle finali, avendo subito complessivamente sette gol nelle due disputate negli ultimi quattro anni. Se poi si va a ricercare un punto debole che negli anni non è stato completamente risolto, si nota come, a differenza delle ultime vincitrici (Real Madrid e Barcellona), la squadra di Allegri non abbia un centrocampo così “dominante” in grado di imporre il gioco in una partita di altissimo livello come una finale di Champions League.
Ma in questa stagione la Juventus deve ancora giocare contro una grande squadra europea. Gli ottavi di finale contro l’Atletico Madrid, campione in carica dell’Europa League, richiederanno immediatamente un grande impegno. Dal punto di vista qualitativo gli spagnoli non sono al livello di Barcellona, Manchester City e Liverpool, ma la loro capacità di giocare partite sporche e brutte per poi colpire gli avversari con i suoi migliori attaccanti è ormai conosciuta. Quest’anno inoltre la finale si giocherà proprio nello stadio dell’Atletico, il Wanda Metropolitano: uno stimolo in più per la squadra di Simeone e un altro ostacolo da superare per la Juventus.