60 morti in Brasile per il crollo di una diga
E oltre 300 dispersi: potrebbe essere il peggior disastro ambientale della storia del paese
Ci sono almeno 300 dispersi per il crollo di una diga a Brumadinho, comune brasiliano dello stato del Minas Gerais, nel sud-est del paese. Il crollo è avvenuto venerdì e il governatore locale, Romeu Zema, ha detto che ci sono poche possibilità di trovare superstiti: lunedì i vigili del fuoco hanno confermato la morte di almeno sessanta persone, venti in più di quelle accertate nel fine settimana. Il crollo ha causato una specie di “mare di melma fangosa” che ha seppellito abitazioni e una mensa nella quale stavano pranzando centinaia di lavoratori, molti dei quali sono ancora dispersi.
Domenica le autorità di Brumadinho hanno ordinato l’evacuazione di 24.000 persone per il rischio di cedimento di una seconda diga a una cinquantina di metri da quella crollata venerdì. Non è ancora chiaro cosa abbia provocato il crollo, ma non è la prima volta che si verifica un incidente del genere nello stato del Minas Gerais. Tre anni fa era accaduto qualcosa di simile a una diga del comune di Mariana: morirono 19 persone, in quello che ad oggi è considerato il peggior disastro ambientale della storia del Brasile.
L’azienda che possiede la diga è già stata multata dall’agenzia ambientale brasiliana per violazioni relative al crollo. I magistrati brasiliani hanno anche chiesto di congelare i beni dell’azienda per un valore di un miliardo di euro, da usarli eventualmente per finanziare i lavori di ricostruzione. In passato Jair Bolsonaro, il nuovo controverso presidente del paese, aveva attaccato gli interventi delle agenzie ambientali, accusandole di intralciare lo sviluppo economico del paese.