Il tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini
Per la vicenda dei migranti a bordo della nave militare Diciotti: ora il Senato dovrà decidere se autorizzare il proseguimento delle indagini
Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro il ministro Matteo Salvini, per la vicenda dei migranti a bordo della nave militare Diciotti. Salvini era stato accusato di sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale.
Il caso della Diciotti, nave militare della Guardia Costiera, risale allo scorso 15 agosto, quando aveva soccorso nel mar Mediterraneo 190 persone partite dalla Libia e dirette in Italia. Per cinque giorni la nave della Guardia costiera era rimasta bloccata in mare, senza ricevere l’autorizzazione per l’attracco in Italia. Il 20 agosto erano stati fatti scendere a Lampedusa 13 migranti con problemi di salute; la Diciotti aveva poi fatto rotta sul porto di Catania, dove era rimasta cinque giorni senza che il governo autorizzasse lo sbarco degli altri migranti a bordo.
– per approfondire: la puntata del podcast di Konrad sulla gestione dell’immigrazione in Italia e in Europa
Le indagini nei confronti di Salvini erano state avviate dalla procura di Agrigento e poi erano state divise in due filoni: uno affidato alla procura di Palermo, relativamente ai primi cinque giorni della crisi al largo di Lampedusa, e il secondo alla procura di Catania, relativo ai fatti avvenuti nel porto. In entrambi i casi i giudici avevano chiesto l’archiviazione. Il fascicolo era stato trasmesso poi al tribunale dei ministri, l’organo al quale spetta la prima decisione se procedere o meno con le indagini, che però ha rigettato la richiesta di archiviazione. A questo punto, affinché l’indagine vada avanti, servirà l’autorizzazione del Senato, la camera a cui appartiene Salvini. Se la maggioranza dei senatori dovesse negare l’autorizzazione, la procura dovrà rinunciare a proseguire l’indagine; se invece la richiesta venisse approvata inizierebbero normalmente i tre gradi di giudizio previsti dalla giurisprudenza ordinaria.