La Russia crede che quest’uomo sia una spia americana
Da quasi un mese Paul Whelan è detenuto a Mosca con l'accusa di aver ricevuto una chiavetta contenente informazioni riservate
Martedì si è tenuta a Mosca un’udienza per valutare la scarcerazione di Paul Whelan, l’ex marine statunitense arrestato alla fine di dicembre con l’accusa di spionaggio: i servizi segreti russi, l’FSB, dicono che era in possesso di una chiavetta USB contenente informazioni riservate. Vladimir A. Zherebenkov, l’avvocato di Whelan, dice che il suo assistito credeva che dentro ci fossero delle foto di viaggio. Non è chiaro che cosa aspetti adesso Whelan, che però rischia fino a 20 anni di carcere. La richiesta di liberazione su cauzione è stata respinta.
Whelan ha 48 anni ed è stato nel corpo dei marines fino al 2008, quando era stato congedato per quello che i giornali americani descrivono come “un caso di furto”. Di lui sappiamo che ha le cittadinanze statunitense, canadese, britannica e irlandese grazie alle sue discendenze, e che negli ultimi dieci anni ha visitato diverse volte la Russia. Ha viaggiato in diverse zone del paese e ha intrattenuto una serie di contatti con diverse persone conosciute su Vkontakte, il principale social network russo: molte di loro sono ex militari, ha scritto il New York Times. Secondo i suoi parenti, è perché cercava persone con una storia simile alla sua.
Whelan era stato arrestato in un albergo di Mosca il 28 dicembre dall’FSB: era lì per un matrimonio, ha detto, ma secondo i servizi segreti russi era entrato in possesso poco prima di una chiavetta USB contenente la lista dei nomi dei dipendenti di un’agenzia di intelligence russa segreta, secondo quanto riportato da Rosbalt, un’agenzia di stampa russa vicina ai servizi segreti. Secondo il ministro degli Esteri russo Sergey V. Lavrov, Whelan è stato colto «con le mani nel sacco», ma il suo avvocato sostiene che Whelan credeva che nella chiavetta ci fossero le foto della sua vacanza, comprese quelle di una non meglio specificata cattedrale. L’avvocato non ha dato spiegazioni sull’uomo che ha consegnato la chiavetta a Whelan: non ha detto se si conoscessero, né perché potrebbe aver consegnato all’uomo le informazioni riservate. Quando è stato arrestato, ha detto l’avvocato, Whelan non aveva ancora aperto la chiavetta.
Martedì Whelan ha partecipato all’udienza chiuso in una gabbia di vetro com’è normale nei tribunali russi: ha testimoniato per circa un quarto d’ora, poi è uscito senza parlare ai giornalisti. Una richiesta di scarcerazione su cauzione è stata respinta, e adesso Whelan si trova alla prigione di Lefortovo, in cella con un altro americano.
Fin dai primi giorni dopo il suo arresto, negli Stati Uniti si è ipotizzato che Whelan possa essere stato arrestato dalle autorità russe in vista di uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti. Un’ipotesi è quella che l’obiettivo sia Maria Butina, arrestata nel luglio del 2018 e che a dicembre si è dichiarata colpevole di aver cospirato contro gli Stati Uniti per conto del governo russo. Butina era stata accusata di aver tentato di infiltrarsi nella National Rifle Association (NRA), la più potente lobby americana che difende i possessori di armi da fuoco, per avvicinarsi così al Partito Repubblicano.