Chi è Juan Guaidó
Il nuovo leader dell'opposizione venezuelana fino a due settimane fa era praticamente sconosciuto, ora è al centro di un concreto tentativo per cacciare Maduro
Il 23 gennaio Juan Guaidó si è autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, invocando un emendamento costituzionale che consente al capo della legislatura di guidare un governo provvisorio fino a quando non si possano tenere nuove elezioni.
Fino a un paio di settimane fa, però, prima che venisse eletto presidente dell’Assemblea Nazionale, era un personaggio praticamente sconosciuto, finché l’11 gennaio scorso aveva tenuto un comizio a Caracas nel quale aveva pronunciato «la dichiarazione al popolo del Venezuela»: aveva definito il presidente Nicolás Maduro un «usurpatore» e soprattutto si era detto pronto a farsi carico di un governo di transizione che mettesse fine all’attuale regime. «Non siamo vittime, siamo sopravvissuti. […] E guideremo questo paese verso la gloria che si merita», aveva detto Guaidó, provocando la reazione entusiasta del pubblico.
.@jguaido | Hoy nadie tiene duda de que Maduro es un usurpador. Cumpliendo con los establecido en los Art. 333, 233, 350 asumimos como @AsambleaVE las competencias de la encargaduría de la Presidencia de la República por que lo dice nuestra constitución. #ANRutaPorLaLibertad pic.twitter.com/1L89H2G4Qu
— Asamblea Nacional (@AsambleaVE) January 11, 2019
Il giorno prima, il 10 gennaio, il presidente Maduro aveva prestato giuramento dando inizio al suo secondo mandato, dalla durata di sei anni. La cerimonia era stata condizionata dalle assenze rilevanti di capi di stato e di governo stranieri – tra cui quelli statunitensi, europei e molti latinoamericani – che si erano rifiutati di riconoscere come legittime le elezioni del maggio precedente, vinte da Maduro con quasi il 70 per cento dei voti.
La mancanza di legittimità internazionale del regime di Maduro è stato uno dei passaggi più applauditi del comizio di Guaidó, che fino a quel momento era un politico poco noto in Venezuela e praticamente sconosciuto all’estero. La settimana precedente era diventato capo dell’Assemblea Nazionale, il Parlamento uscito dalle elezioni del 2015 e controllato dalle opposizioni, che però negli ultimi due anni Maduro ha di fatto svuotato di qualsiasi potere. Il suo comizio a Caracas ha attirato subito la curiosità della stampa internazionale, gli entusiasmi delle opposizioni venezuelane e l’attenzione del regime di Maduro. Per dire, un’esponente del partito del presidente, María Iris Varela Rangel, lo ha minacciato su Twitter scrivendo: «Guaidó: ti ho già preparato la cella insieme all’uniforme, spero che tu possa nominare rapidamente il tuo gabinetto di modo che si sappia chi ti accompagnerà, stupido ragazzino».
Guaidó, 35 anni, non è venuto fuori dal nulla, anche se ha raggiunto la popolarità solo nelle ultime due settimane.
È cresciuto a La Guaira, città portuale a una trentina di chilometri da Caracas, e ha iniziato a fare politica attiva durante le proteste studentesche del 2007 contro Hugo Chávez, predecessore di Maduro. Ha studiato ingegneria e una volta laureato gli è stato offerto un lavoro nel settore privato che lo avrebbe portato in Messico, ma non ha accettato.
Guaidó fa parte di Voluntad Popular, partito centrista e progressista considerato tra i più radicali fra quelli che compongono la Mesa de la Unidad Democrática, la coalizione che raggruppa le opposizioni venezuelane: per esempio è a favore delle manifestazioni di piazza, che in Venezuela finiscono spesso con morti e feriti. Il suo mentore politico è stato da sempre Leopoldo López, uno dei più noti, radicali e divisivi oppositori del regime venezuelano, che dall’inizio del 2014 si trova agli arresti domiciliari e impossibilitato a fare politica. «È un grande lavoratore, è umile e ci può unire», ha detto Lilian Tintori, moglie di Leopoldo López; «ma il rischio per lui è enorme. Potrebbero fare a Juan lo stesso che hanno fatto a Leopoldo, metterlo in carcere». Contattata dal New York Times, la madre di Guaidó ha detto, riferendosi all’attività politica del figlio: «Mi state chiedendo se sono spaventata? Certo». Poi ha aggiunto che Guaidó ha lavorato molto per arrivare dove è ora: «Non ha mai voluto lasciare questo paese. È profondamente legato a questa terra».
Guaidó ha alcune cicatrici sul collo, dice: sarebbero state causate da proiettili di gomma sparati dalla polizia durante una manifestazione anti-governativa a Caracas nel 2017.
L’annuncio è stato fatto a Caracas durante una grande manifestazione organizzata dallo stesso Guaidó per protestare contro il regime del presidente Nicolàs Maduro, a cui hanno partecipato migliaia di persone. Al momento è ancora troppo presto per dire come finirà, vista anche la capacità mostrata da Maduro negli ultimi anni di tenersi ben agganciato al potere e reprimere qualsiasi voce di dissenso, ma tutto questo ha dato ulteriore popolarità a Guaidó, che spera di riuscire laddove i suoi predecessori avevano fallito.