Sei persone sono state arrestate a Latina in un’operazione contro il caporalato
A Latina si è svolta un’operazione della polizia contro un’organizzazione criminale che sfrutta «centinaia» di migranti come braccianti agricoli. Dalle prime informazioni risulta che siano arrestate sei persone, tutte italiane. Tra loro ci sono anche un sindacalista della Fai Cisl (il sindacato che rappresenta i lavoratori agricoli) e un ispettore del lavoro della zona. I migranti coinvolti sarebbero circa 400, prevalentemente romeni e nordafricani, ed erano finiti nella rete di sfruttamento della Agri Amici Società Cooperativa di Sezze: erano costretti a lavorare nei campi anche per dieci ore consecutive, senza pausa e a 4 euro all’ora.
I poliziotti, scrive Repubblica, «hanno sequestrato decine di automezzi, beni e case degli arrestati per un valore di circa 4 milioni, i proventi, cioè, dei guadagni realizzati illecitamente sulle spalle dei braccianti stranieri. Che provenivano anche dai Cas, i centri di accoglienza straordinaria. (…) I reati contestati dalla procura di Latina agli indagati vanno dall’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all’estorsione, dal riciclaggio a reati tributari. I braccianti erano anche costretti a iscriversi al sindacato dietro la minaccia del licenziamento». L’indagine che ha portato all’operazione di questa mattina è durata più un anno e mezzo.
Nel frattempo, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha parlato di «importante vittoria» e ha detto di «aver presentato con il Prefetto di Latina un protocollo con le parti sociali» contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro».