Theresa May resta al suo posto
La prima ministra britannica ha ottenuto la fiducia dal Parlamento, nonostante la netta bocciatura di ieri dell'accordo su Brexit
Aggiornamento delle 20 – Il governo di Theresa May ha ottenuto la fiducia dal Parlamento britannico, con 325 voti a favore e 306 contrari. Subito dopo il voto, May ha detto che desidera incontrare i leader dell’opposizione già questa sera per trovare una soluzione all’attuale stallo. Jeremy Corbyn, leader del principale partito d’opposizione, ha detto che la prima condizione di qualsiasi incontro è eliminare dalle possibilità il “no deal“, cioè l’uscita dall’Unione Europea senza accordo.
La mozione di sfiducia era stata presentata martedì proprio da Corbyn, dopo che il Parlamento aveva bocciato l’accordo su Brexit negoziato dal governo May con l’Unione Europea. Non è chiaro quello che succederà ora con Brexit: si sa però che May dovrà presentarsi di nuovo di fronte alla Camera bassa entro lunedì per presentare un “piano B”, che sarà discusso e votato nei successivi sette giorni dal Parlamento.
***
Da questa mattina è in corso alla Camera dei comuni del Parlamento britannico la discussione sulla fiducia al governo della prima ministra Theresa May, che ieri durante il voto sull’accordo per uscire dall’Unione Europea ha subìto quella che è stata definita la più grave sconfitta di un governo in carica nella storia britannica. Nonostante la sconfitta sull’accordo per Brexit, però, May quasi certamente riuscirà a superare il voto di fiducia che si svolgerà questa sera intorno alle 20, ora italiana.
La diretta del dibattito alla Camera dei comuni
Come farà May a sopravvivere al voto di sfiducia?
Può sembrare strano che un governo riesca a ottenere la fiducia dopo aver subìto la peggiore sconfitta nella storia parlamentare del suo paese, ma è quello che accadrà stasera, almeno secondo tutti i principali osservatori. Il punto è che una parte consistente della maggioranza che sostiene May (formata dal Partito Conservatore e dal partito nordirlandese DUP) è ostile all’accordo raggiunto su Brexit, ma gli stessi deputati che ieri le hanno votato contro non hanno alcuna intenzione né di affrontare nuove elezioni (che potrebbero dare la vittoria ai loro avversari del Partito Laburista), né mettersi al posto di May e sbrogliare il guaio che è diventato Brexit.
Il risultato è che i dieci deputati nordirlandesi del DUP hanno già confermato la loro intenzione di votare la fiducia, mentre non ci sono notizie di particolari ribellioni all’interno del Partito Conservatore. La maggioranza di May è comunque piuttosto sottile e, anche se sembra al momento improbabile, è pur sempre possibile una sorpresa dell’ultimo minuto.
– Leggi anche: Glossario su Brexit
Come è fatta una mozione di sfiducia?
È molto più semplice di come potreste immaginarla: un foglio di carta con la scritta “Questa Camera non ha più fiducia nel governo di Sua Maestà”.
. @jeremycorbyn has tabled a no confidence motion in the Government after their historic defeat on Theresa May’s deal. The Government have confirmed that this will be debated and voted upon tomorrow. pic.twitter.com/c1hdmLuKrB
— Labour Whips (@labourwhips) January 15, 2019
Come si voterà stasera?
Le procedure di voto nel Parlamento britannico sono piuttosto arcaiche e allo stesso tempo colorite. Lo speaker, cioè il presidente della Camera, chiama il voto chiedendo a chi è favorevole di gridare “Aye” e chi è contrario di gridare “No”. Se dal volume della voce di chi grida non si riesce a capire chi ha la maggioranza, il presidente chiama una “division”. A quel punto i parlamentari escono dall’aula e, a seconda di come intendono votare, attraversano uno dei due corridoi che fiancheggiano l’aula. Chi attraversa il corridoio a destra del presidente vota “sì”, chi quello a sinistra vota “no”. Due membri del Parlamento per il “sì” e due per il “no” (i cosidetti “teller”) conteggiano i parlamentari che passano da ciascun corridoio e al termine della conta riferiscono al presidente.
Considerato che ci sono 650 membri nel Parlamento britannico, a cui vanno sottratti i quattro “teller”, il presidente e i sette membri del partito Sinn Féin che abitualmente non si presentano alle sedute, per ottenere la maggioranza May ha bisogno di 320 voti. La sua maggioranza attualmente conta su un totale di 327 (meno i due “teller”). Significa che sei defezioni sono potenzialmente sufficienti a far cadere il governo.
Che intenzioni ha May?
Se dovesse ottenere la fiducia, May ha già detto che intende iniziare una serie di incontri con i vari leader dei gruppi parlamentari per trovare insieme a loro un possibile accordo su Brexit che ottenga la maggioranza in Parlamento. Ha anche detto che, se dovesse ottenere qualche indicazione concreta e fattibile in queste conversazioni, è pronta a presentarla ai leader europei per ottenere la loro approvazione. Cosa questo significhi in concreto è ancora piuttosto misterioso. Un portavoce di May ha fatto sapere che non intende incontrare il capo dell’opposizione Jeremy Corbyn, mentre gli altri leader dell’opposizione hanno fatto sapere di non essere stati contattati. May ha anche detto di non volere un’unione doganale permanente con l’Unione Europea, la richiesta ufficiale del Partito Laburista per sostenere l’accordo.
– Leggi anche: Che succede ora con Brexit?
Insomma, non è chiaro con chi May voglia trattare, visto che non sembra intenzionata a farlo con l’opposizione. Ma non è chiaro nemmeno su cosa May sia disposta a trattare e in che modo ritenga sia possibile modificare l’accordo già raggiunto con l’Europa e bocciato nel voto di ieri sera. I leader europei hanno fatto sapere anche questa mattina che non sono disposti a riaprire le trattative. May rischia di trovare la porta chiusa a qualsiasi richiesta di cambiare l’accordo bocciato ieri. Lei stessa ha più volte ripetuto che il suo accordo è l’unico possibile: lo ha ripetuto anche ieri sera, prima del voto.
In ogni caso, servirebbe del tempo per riaprire i negoziati: mesi, probabilmente. Un portavoce di May, però, ha fatto sapere proprio oggi che il governo non ha intenzione di chiedere all’Unione Europea di ritardare la scadenza dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea, che il 29 marzo sancirà la definitiva uscita del paese dall’Unione. Prima del voto di ieri, diversi membri del governo sostenevano che l’intenzione di May fosse ripresentare il suo accordo identico per un secondo voto, sperando questa volta di persuadere una maggioranza sufficiente a farlo passare.