Com’è la terza stagione di “True Detective”
Più simile alla prima che alla seconda: i primi due episodi sono già su Sky Atlantic, se volete darle una possibilità
La terza stagione di True Detective è iniziata il 13 gennaio: da lunedì 14 i primi due episodi si possono vedere su Sky Atlantic, in lingua originale e con sottotitoli in italiano. Per vedere gli episodi in italiano bisognerà invece aspettare il 21 gennaio.
True Detective è una serie antologica (in cui ogni stagione racconta cioè una storia diversa) che parla però sempre di detective tormentati e di macabri delitti. La prima stagione, con Matthew McConaughey, piacque moltissimo; la seconda, con Colin Farrell, pochissimo. Per ora la terza stagione sta piacendo abbastanza, anche se non quanto la prima.
Nella terza stagione il detective protagonista è interpretato da Mahershala Ali. Oltre a Ali, recitano anche Stephen Dorff e Carmen Ejogo. Come sempre quando si parla di True Detective, la storia è stata pensata da Nick Pizzolatto, che in questa stagione farà anche il suo esordio come regista.
La storia si svolge lungo tre diverse linee temporali: una è nel 1980, una nel 1990 e una nel 2015. Dopo pochi minuti si capisce che Wayne Hays, il detective interpretato da Ali, vive in Arkansas e ha passato tre decenni decisamente tormentati per via di un vecchio caso relativo alla scomparsa di due bambini, che gli sconvolse la carriera e anche la vita. La storia ha molte similitudini con il caso dei “tre di West Memphis”, successo a West Memphis, in Arkansas, nella prima metà degli anni Novanta, quando tre adolescenti vennero arrestati, processati e poi rilasciati per l’omicidio di tre bambini.
La terza stagione di True Detective è composta da otto episodi, che negli Stati Uniti sono trasmessi da HBO: l’ultimo andrà in onda il 24 febbraio. Le recensioni scritte finora sono comunque parziali, visto che ai critici televisivi non è stato concesso vedere la stagione completa. Secondo Todd VanDerWerff, critico di Vox, «la terza stagione è uno sfacciato rifacimento della prima, e non c’è niente di male al riguardo»: la ricorderebbe per temi e modo di raccontare la complessa psicologia del protagonista, ma rispetto alla prima avrebbe «gli angoli più smussati».