Alexis Tsipras ha chiesto un voto di fiducia sul suo governo in Grecia
Dopo le dimissioni del ministro della Difesa, che protesta per l'accordo sul nome della Macedonia: si parla di possibili elezioni anticipate
Il primo ministro della Grecia, Alexis Tsipras, ha chiesto al Parlamento di Atene un voto di fiducia sul suo governo dopo che domenica 13 gennaio il ministro della Difesa Panos Kammenos si era dimesso. Kammenos, leader di ANEL, il partito dei Greci Indipendenti – nazionalista, di destra e in coalizione con Tsipras dal 2015 – ha lasciato l’incarico dopo che la Macedonia aveva definitivamente approvato la riforma costituzionale per cambiare il proprio nome in “Repubblica della Macedonia settentrionale”, come previsto dall’accordo fatto lo scorso giugno da Tsipras con il primo ministro macedone Zoran Zaev.
Non è ancora chiaro quali saranno gli effetti delle dimissioni di Kammenos sulla stabilità del governo greco da qui alle elezioni politiche che si terranno il prossimo ottobre, e sui giornali circola già l’ipotesi di un voto anticipato. Nel frattempo, Tsipras ha nominato al posto di Kammenos il capo delle Forze armate, l’ammiraglio Evangelos Apostolakis.
Dopo aver annunciato il voto di fiducia, Tsipras ha ringraziato il ministro della Difesa per il suo «contributo insostituibile e importante», ha detto che tra loro ci sono sempre state significative «differenze ideologiche», ma che nonostante questo hanno «collaborato onestamente» per far uscire il paese dal piano di salvataggio deciso otto anni fa con i creditori internazionali. Tsipras ha anche dichiarato che il suo obiettivo è continuare a portare avanti le riforme e che il voto di fiducia avrà proprio lo scopo di dargli il sostegno necessario per poter completare il mandato. La scorsa settimana, in un’intervista televisiva, Tsipras aveva ammesso che sebbene la Costituzione greca gli avrebbe permesso di proseguire anche con un governo di minoranza, «politicamente» ci sarebbe stato un problema.
La mozione di fiducia sarà discussa da domani, martedì 15 gennaio, e poi votata mercoledì sera o giovedì. La coalizione guidata da Tsipras è composta da 153 parlamentari su 300 eletti e 145 appartengono al suo partito, Syriza.
Kammenos è sempre stato contrario all’accordo stretto da Tsipras sulla Macedonia e ha chiesto anche che i sei deputati che fanno parte di ANEL e che hanno ruoli di governo si dimettano. Il viceministro degli Esteri, Terence Quick, ha detto però che continuerà a sostenere il governo, così come il viceministro dello Sviluppo agricolo Vassilis Kokkalis e la ministra del Turismo Elena Kountoura. Kammenos ha fatto sapere che li espellerà dal suo gruppo parlamentare, ha chiesto un referendum a maggio sull’accordo con la Macedonia e ha ribadito, ovviamente, che non voterà la fiducia a Tsipras.
L’accordo con la Macedonia dovrebbe mettere fine a una disputa che va avanti da decenni, e prevede che il cambio del nome sia ratificato anche dal parlamento greco, probabilmente alla fine del mese e con il supporto dei piccoli partiti di opposizione presenti in Parlamento. Voteranno sicuramente contro sia ANEL che Nuova Democrazia che con 78 seggi è il principale partito conservatore di opposizione e che nei sondaggi per le elezioni generali è dato tra i cinque e i dieci punti avanti a Syriza.