A chi andranno le monetine gettate nella Fontana di Trevi
Da tempo la giunta Raggi vorrebbe tenersele, invece che darle alla Caritas, ma forse alla fine desisterà
La sindaca di Roma Virginia Raggi ha convocato per oggi una riunione per discutere la nuova e criticata gestione delle monetine lanciate dai turisti e dai romani nella Fontana di Trevi e nelle altre fontane romane, che dal primo aprile non andranno più alla Caritas diocesana che le investiva per sostenere senzatetto e indigenti. La decisione di cambiare la destinazione delle monetine era stata presa nell’ottobre del 2017 dalla giunta Raggi e prorogata a gennaio 2019 a causa delle molte proteste; per lo stesso motivo il 28 dicembre scorso Raggi aveva firmato un’ulteriore proroga ad aprile. Ora sembra che Raggi abbia di nuovo cambiato idea, scrive il Messaggero, ma bisognerà aspettare la riunione di oggi per capire meglio cosa si deciderà.
Si tratta di circa 1,5 milioni di euro all’anno, che con la nuova politica andrebbero al comune di Roma e saranno impiegati per progetti sociali, per la manutenzione del patrimonio culturale di Roma e per il pagamento di Acea, la società municipalizzata che gestisce la fornitura di acqua alla città, che si occupa della manutenzione delle fontane e che ora sarà impegnata nella raccolta e nella pulitura delle monetine. Questo è un motivo di polemica in più, visto che finora Acea si limitava a recuperare le monetine e consegnare i sacchi alla Caritas in presenza della polizia; a quel punto le monete venivano gratuitamente ripulite, contate e versate dai volontari. Ogni tre mesi la Caritas forniva al comune il resoconto su come erano state spese: soprattutto per fornire un riparo ai senzatetto, una mensa e un sostegno agli indigenti e negli empori della solidarietà, simili a supermercati gratuiti per i più poveri. La somma copriva circa il 15 per cento del bilancio della Caritas, insieme a finanziamenti pubblici e in piccola parte a donazioni private. Secondo chi critica la decisione di Virginia Raggi, la Caritas si serviva delle monetine per sopperire alle mancanze nel welfare del Comune, che ora eroderà ulteriormente il fondo per pagare il servizio di pulitura e conteggio di Acea.
Il quotidiano cattolico Avvenire ha accusato il comune di togliere le monete ai poveri; la Caritas si è detta più volte preoccupata della decisione e ha affrontato nuovamente la questione ieri in un post su Facebook in cui ringrazia il lavoro dei volontari e le prese di posizione in sua difesa di «giornalisti, politici, sacerdoti e tanti cittadini».
La decisione di donare alla Caritas le monetine – che secondo la tradizione i turisti gettano nella fontana di spalle, per avere fortuna e nella speranza di ritornare – era stata presa nel 2001 dall’allora sindaco Francesco Rutelli. Lo stesso Rutelli è intervenuto nelle polemiche e ha ricordato come nacque l’accordo con Luigi Di Liegro, il fondatore della Caritas romana. All’epoca, ha detto, «c’era un caos inaccettabile: piccoli lazzaroni che si litigavano le monetine considerate res nullius, ovvero: il primo che arriva ed è più aggressivo se le prende».