Nella Repubblica Democratica del Congo continua l’agitazione sul risultato elettorale
Un candidato alla presidenza ha fatto ricorso contestando la vittoria di Felix Tshisekedi, accusandolo di aver complottato con il presidente uscente
Nella Repubblica Democratica del Congo Martin Fayulu, uno dei candidati alla presidenza alle elezioni dello scorso 30 dicembre, ha fatto appello contro il risultato ufficiale delle elezioni, che aveva assegnato la vittoria al candidato Felix Tshisekedi. Secondo Francia, Belgio e la Conferenza episcopale della Chiesa Cattolica congolese, che hanno monitorato il processo di voto, il vincitore legittimo sarebbe infatti Fayulu, che ha anche chiesto un riconteggio manuale dei voti. Sia Fayulu che Tshisekedi erano candidati dell’opposizione all’attuale presidente Joseph Kabila, in carica dal 2001: secondo Fayulu, però, Tshisekedi avrebbe stretto un patto con Kabila per ottenere la carica di presidente.
Sabato decine di persone sostenitrici di Fayulu hanno protestato contro Kabila e Tshisekedi fuori dalla casa del loro candidato presidente a Kinshasa, la capitale, ma l’esercito le ha disperse. Ci sono state anche altre manifestazioni, non solo a Kinshasa, sia di sostenitori di Tshisekedi che di sostenitori di Fayulu. A Kikwit, nel sud-ovest del paese, ci sono stati scontri violenti e almeno due poliziotti e due civili sono stati uccisi.
Le elezioni di dicembre avrebbero dovuto essere il primo passaggio di potere democratico nella storia della Repubblica Democratica del Congo, indipendente dal Belgio dal 1960. Inizialmente avrebbero dovuto svolgersi nel novembre del 2016 ma erano state rinviate più volte, soprattutto per volere di Kabila, che è al potere da quando, nel 2001, suo padre Laurent venne assassinato. Prima ancora, dal 1965 al 1997, c’era stata la dittatura militare di Mobutu Sese Seko, durante la quale il paese era chiamato “Zaire”.
Secondo la commissione elettorale che ha assegnato la vittoria a Tshisekedi, la maggioranza dei seggi del Parlamento sarebbero invece stati vinti dalla coalizione sostenitrice di Kabila. Fayulu ha detto che il suo appello ha poche possibilità di successo dato che la Corte Costituzionale, l’organo a cui ha presentato l’appello, «è composta da gente di Kabila». Ha detto di averlo presentato comunque per non essere poi accusato dai suoi avversari di non aver seguito la legge. I giudici della Corte Costituzionale hanno tempo fino a venerdì per decidere se accogliere l’appello di Fayulu o meno. Se Tshisekedi sarà confermato come vincitore, si insedierà come presidente nel giro di dieci giorni.