La Macedonia ha infine approvato il cambio di nome
E quindi adesso tocca al Parlamento della Grecia esprimersi sulla riforma che metterebbe fine alla lunga disputa tra i due paesi
Il Parlamento della Macedonia ha approvato definitivamente una modifica della Costituzione del paese per modificarne il nome in “Repubblica della Macedonia settentrionale”. In questo modo, forse, ha messo fine a una disputa con la Grecia che va avanti dagli anni Novanta e che finora ha impedito alla Macedonia di entrare nella NATO e nell’Unione Europea, proprio per via dell’opposizione della Grecia. L’accordo sul cambio del nome era stato sottoposto a un referendum consultivo lo scorso settembre: aveva vinto il Sì, ma non era stato raggiunto il quorum del 50 per cento. Ciononostante, il governo del primo ministro Zoran Zaev aveva scelto di procedere comunque al cambio di nome per via parlamentare. Venerdì hanno votato a favore della riforma 81 parlamentari su 120, più dei due terzi necessari all’approvazione.
Zaev è riuscito a far passare la riforma trovando un accordo con il partito Besa, che rappresenta la minoranza albanese della Macedonia. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e il commissario europeo che si occupa dell’allargamento dell’UE Johannes Hahn si sono congratulati per il risultato del voto.
La questione, che va avanti da anni, non è però ancora finita. Zaev e il primo ministro greco Alexis Tsipras avevano fissato come scadenza informale per la riforma costituzionale macedone il 15 gennaio. Ma la riforma deve essere approvata anche dal Parlamento greco per diventare effettiva: non si sa ancora quando succederà, ma probabilmente Tsipras proverà a farla approvare nelle prossime settimane. A ottobre in Grecia ci saranno le elezioni politiche, e Tsipras teme che una nuova maggioranza possa opporsi alla ratifica dell’accordo. Se l’accordo sarà ratificato dal Parlamento greco, la Macedonia comincerà a usare il suo nuovo nome. La sua entrata nella NATO, in questo scenario, potrebbe avvenire entro la fine dell’anno.
Le origini della disputa con la Grecia risalgono al 1991, quando la Macedonia dichiarò la sua indipendenza dalla Jugoslavia scegliendo il nome “Repubblica di Macedonia”, lo stesso nome che aveva quando faceva parte della federazione jugoslava. All’epoca alcuni cittadini e politici greci accusarono il nuovo paese di essersi appropriato di un nome e di un’identità culturale e storica appartenente a un’area geografica che rientra nei confini dello stato greco, la regione della Macedonia appunto. La situazione aveva cominciato a sbloccarsi lo scorso giugno, quando Zaev aveva firmato un accordo con Tsipras, dopo un voto favorevole da parte del Parlamento greco. L’accordo stabilisce che se la Macedonia cambierà nome la Grecia smetterà di opporsi al suo ingresso nell’Unione Europea.