Il governo salverà Banca Carige
L'annuncio è arrivato a sorpresa ieri sera: saranno usati i fondi del "decreto salvabanche" del governo Gentiloni e non si esclude la possibilità di una nazionalizzazione
Durante un Consiglio dei ministri convocato a sorpresa lunedì sera alle 21, il governo ha deciso di intervenire per salvare Carige, la banca genovese da tempo in crisi. Il Consiglio dei ministri si è concluso rapidamente, senza conferenza stampa ma con la pubblicazione di un laconico comunicato. Il salvataggio, ha spiegato il governo, avverrà offrendo garanzie pubbliche sulle future emissioni di obbligazioni da parte di Carige e su un’eventuale richiesta di ulteriore liquidità a Banca d’Italia. Il comunicato ipotizza anche la possibilità di una nazionalizzazione della banca tramite una cosiddetta “ricapitalizzazione precauzionale”.
Significa che se la banca chiederà in futuro soldi in prestito ai mercati o alla Banca d’Italia, lo stato metterà una garanzia pubblica su quei prestiti e li rimborserà se Carige non dovesse riuscire a farlo. Non è ancora chiaro se la decisione del governo sia solo prudenziale o se gli amministratori della banca abbiano già in programma emissioni di obbligazioni nelle prossime settimane. Lo stato interverrà ancora più direttamente se la banca dovesse trovarsi a corto di capitale. In quel caso entrerà direttamente nell’azionariato della banca tramite una “ricapitalizzazione” diventandone con ogni probabilità il controllore.
Carige, uno storico istituto genovese, si trova da anni in difficoltà a causa di una gestione spesso indisciplinata (gli storici manager della banca sono stati condannati per truffa), della lunga crisi economica che ha reso inesigibili molti crediti e più di recente a causa dell’aumento dello spread. Nel 2007 prima della grande crisi valeva in borsa 6 miliardi di euro, oggi scesi ad appena 80 milioni. Lo scorso 2 gennaio era stata commissariata dalla vigilanza bancaria europea, dopo che i suoi azionisti non erano riusciti ad accordarsi su un aumento di capitale che sarebbe dovuto servire a rimborsare un prestito da 320 milioni di euro che la banca aveva ottenuto lo scorso novembre grazie a una garanzia fornita dal resto del sistema bancario italiano.
#CARIGE troubled story
2008-18
🔴 management reshuffling
🔴 credit losses
🔴 plunging revenues
🔴 missed target plans pic.twitter.com/ARxAXaD8qS— Fabio Bolognini (@Linkerbiz) January 7, 2019
Fino a ieri, però, la situazione non era ritenuta così grave da richiedere un intervento immediato del governo. Diversi giornali hanno scritto che la decisione del governo di ieri sera è stata una sorpresa e molti si chiedono se la situazione della banca non sia peggiore di quanto ipotizzato, oppure se il governo non abbia piuttosto deciso di agire con estrema prudenza.
Per intervenire su Carige saranno utilizzati i fondi stanziati con il cosiddetto “decreto salvabanche” del governo Gentiloni, che quando venne approvato ricevette fortissime critiche in particolare dal Movimento 5 Stelle, oggi principale partito al governo e in Parlamento. Il governo inoltre ha comunicato che intende procedere all’intervento nel pieno accordo con le autorità europee e nel rispetto delle regole dell’Unione sugli aiuti di stato, cioè di regolamenti e procedure che in passato il Movimento 5 Stelle aveva contestato duramente quando a utilizzarli erano stati i governi precedenti.