Ci sarà una nuova tassa per i turisti a Venezia
Il sindaco la voleva da tempo, la legge di bilancio gli ha dato la possibilità di introdurla: sarà pagata da tutti i turisti, anche quelli che non si fermano a dormire
La legge di bilancio per il 2019 – approvata in via definitiva il 30 dicembre – prevede anche la possibilità che il comune di Venezia introduca il cosiddetto “contributo di sbarco”, una tassa che già esisteva per le isole minori e che serve per far pagare a tutti i turisti – anche a chi non pernotta nei posti che visita – un contributo ai comuni che visitano. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro chiedeva da tempo la possibilità di far pagare il “contributo di sbarco” ai turisti che visitano Venezia e – dopo l’approvazione della legge di bilancio – ha già detto che presto il comune approverà un regolamento che lo renderà effettivo. La nuova tassa non c’è ancora, quindi, ma è certo che verrà introdotta.
Adesso il contributo di sbarco a #Venezia è Legge!
🔶Studieremo un regolamento equilibrato e partecipato che tuteli chi vive, studia e lavora nel nostro territorio.
Grazie al Presidente Mattarella, al @MEF_GOV e a @Palazzo_Chigi@comunevenezia @Quirinale pic.twitter.com/VUDgnUmSrK— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) December 30, 2018
Il “contributo di sbarco” esiste già da alcuni anni e fu pensato per ovviare ai problemi dell’imposta di soggiorno, quella che quasi tutti i turisti si trovano a pagare in vacanza quando prenotano un albergo: un piccolo sovrapprezzo (non superiore ai 5 euro, spesso inferiore ai 2,50 euro a notte) che gli albergatori delle località turistiche versano poi integralmente ai comuni, che usano i fondi raccolti per investimenti legati al turismo. L’idea dietro l’imposta era far partecipare anche i turisti al pagamento delle spese per i servizi della città – la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, per esempio – di cui di fatto usufruivano gratuitamente. La tassa di soggiorno, però, viene pagata solo da chi pernotta in un certo comune, e non da chi quel comune lo visita in una giornata: un tipo di turismo – spesso chiamato “mordi e fuggi” – molto comune a Venezia.
La possibilità anche per il comune di Venezia di istituire il “contributo di sbarco” è stata introdotta dal comma 1129 della legge di bilancio. I documenti disponibili sul sito della Camera spiegano che il “contributo di sbarco” potrà essere riscosso dal comune di Venezia “in alternativa all’imposta di soggiorno” e che “l’importo massimo consentito per entrambe tali misure è elevato a 10 euro”. Significa che ai turisti che visiteranno Venezia potrà essere chiesto di pagare solo una tra l’imposta di soggiorno e il contributo di sbarco, che potrà avere un importo non superiore ai 10 euro e che per gli altri aspetti funzionerà in modo identico a come già funziona in molti altri piccoli comuni italiani.
Il contributo di sbarco – spiega la legge che lo introdusse nel dicembre 2015 – può essere chiesto “ai passeggeri che sbarcano sul territorio dell’isola minore, utilizzando vettori che forniscono collegamenti di linea o vettori aeronavali che svolgono servizio di trasporto di persone a fini commerciali”, viene pagato insieme al biglietto del mezzo di trasporto con cui si arriva nel comune e viene poi versato dalle compagnie di trasporto al comune. La legge prevede inoltre che il contributo di sbarco non debba essere pagato da “soggetti residenti nel comune, dai lavoratori, dagli studenti pendolari, nonché dai componenti dei nuclei familiari dei soggetti che risultino aver pagato l’imposta municipale propria nel medesimo comune e che sono parificati ai residenti”.
Di solito il contributo di sbarco viene pagato in misura diversa a seconda della stagione, ed è possibile che anche a Venezia vengano istituite fasce di prezzo differenti a seconda dei mesi dell’anno. In molti comuni dove già esiste, inoltre, il contributo viene pagato una volta sola anche se si torna nello stesso posto per più giorni successivi al primo. A Venezia, inoltre, il contributo sarà probabilmente chiesto anche ai turisti che arriveranno in città con le navi da crociera – da tempo un grosso problema per la città – e la speranza è che uno degli effetti della nuova imposta sarà anche ridurre il loro numero. Saranno esentati dal pagamento della tassa tutti coloro che arriveranno in città con mezzi privati – un numero piuttosto ridotto – e le stime che circolano oggi sui giornali parlano di introiti per il comune pari a 40 o 50 milioni di euro all’anno: la stima è stata fatta ipotizzando che il contributo di sbarco sia di 5 euro, come è ora l’imposta di soggiorno (che genera entrate per circa 30 milioni di euro all’anno), e che a pagarlo siano circa 10 milioni di turisti ogni anno.