La legge di bilancio ora è legge per davvero
Alla Camera ha ricevuto 370 voti, fra moltissime proteste e astensioni
Il governo ha ottenuto l’approvazione definitiva – tramite voto di fiducia – alla legge di bilancio, la misura che stabilisce come e dove lo Stato potrà prelevare e spendere il denaro degli italiani. La legge era già stata votata alla Camera ma ci era tornata perché durante la sua approvazione al Senato era stata riscritta dal governo. La fiducia ha ricevuto 370 voti favorevoli, 70 contrari e moltissime astensioni.
C’era una certa fretta perché la legge di bilancio va approvata ogni anno entro il 31 dicembre. Dopo quella data, in caso di mancata approvazione, bisogna ricorrere all’esercizio provvisorio di bilancio, uno strumento rischioso e dai confini poco chiari. Come aveva scritto Claudia Voltattorni ieri sul Corriere della Sera, la fretta con cui si è dovuti arrivare a questa fiducia «ha bruciato una serie di passaggi parlamentari come la votazione degli emendamenti, e che ha fatto quindi saltare le opposizioni che parlano di “vilipendio del Parlamento e della Costituzione” e di “una manovra approvata a scatola chiusa”». In questi giorni si sono viste moltissime manifestazioni di protesta da parte delle opposizioni, dentro e fuori dall’aula.
Tagliano le pensioni, aumentano le tasse, buttano soldi pubblici per propaganda. Umiliano i rappresentanti del popolo con la loro arroganza di potere. Sono #ladridifuturo che l’Italia non si merita pic.twitter.com/erWGWXlP0i
— Maurizio Martina (@maumartina) December 29, 2018
Anche all’interno della maggioranza si è notata una certa tensione: oggi pomeriggio il M5S aveva postato sul proprio blog un post non firmato molto duro in cui sosteneva di aver ricevuto fortissime pressioni da partiti di opposizione e generici “poteri forti”, paragonandole a una forma di «terrorismo mediatico e psicologico». Il post è stato rimosso poco dopo.
Il testo approvato è frutto di lunghe trattative fra i due partiti che sostengono il governo, cioè la Lega e il Movimento 5 Stelle, e fra il governo e la Commissione Europea: per questo contiene molti compromessi rispetto agli obiettivi fissati inizialmente dal governo. I due provvedimenti principali annunciati dal governo, cioè il cosiddetto reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni, non sono presenti nella legge, che si limita a stanziare i fondi che li finanzieranno. Stando a quanto dice il governo, le due misure saranno presentate a gennaio in due decreti separati.
La versione finale è stata praticamente riscritta nei giorni scorsi con l’approvazione di un “maxi emendamento” che oltre a confermare i fondi per il reddito di cittadinanza e la quota 100 e a tagliare alcune pensioni, contiene centinaia di misure di varia portata che stanno emergendo solo negli ultimi giorni: fra le più controverse ci sono ad esempio l’aumento dell’IRES per le fondazioni e le onlus, su cui il governo ha già fatto un passo indietro, e norme oscure come l’aumento delle tasse sul turismo a Venezia e il taglio dell’IVA sui prodotti a base di tartufo.