I giornali britannici si stanno occupando di una crisi dei migranti che non esiste
Negli ultimi tempi sono aumentati gli sbarchi di piccole imbarcazioni nella Manica, ma i numeri restano irrisori
Da diversi giorni, buona parte dei giornali britannici si sta occupando di una nuova “crisi” migratoria che starebbe subendo il Regno Unito. Ne parlano in questi termini, per esempio, i due principali giornali conservatori, il Times di Londra e il Telegraph, che hanno scelto di aprire la loro edizione domenicale proprio con questa notizia. In questi giorni, decine di migranti stanno effettivamente provando ad attraversare con imbarcazioni di fortuna lo stretto della Manica, che divide la Francia dal Regno Unito. I numeri e la portata del fenomeno, però, ci dicono che siamo molto lontani dalla “crisi” e dal “caos” evocati dai giornali.
La rotta fra le coste britanniche e francesi, che nel tratto fra Calais e Dover è lunga una trentina di chilometri, viene percorsa da anni da piccole imbarcazioni di migranti, anche se piuttosto sporadicamente: entrambe le coste sono parecchio sorvegliate per via dell’intenso traffico commerciale che interessa i due porti e dei tentativi di ingresso illegale nel Regno Unito che avvengono soprattutto sulle navi e i veicoli che attraversano la Manica.
Di recente c’è stato un picco degli arrivi di queste piccole imbarcazioni, ma nulla che faccia pensare a una “crisi”, o qualcosa di incontrollabile. Secondo i dati raccolti dallo stesso Telegraph, nel 2016 ci furono 23 tentativi di migranti di raggiungere il Regno Unito con barche di fortuna. Nel 2017 scesero a 13. Nel 2018 sono saliti a 70, molti dei quali sono avvenuti negli ultimi mesi. Parliamo comunque di cifre molto contenute: da novembre a oggi hanno provato a sbarcare nel Regno Unito 292 persone, cioè una media di 5 al giorno. A Natale sono sbarcate 21 persone in due cittadine a sud e a nord di Dover; a Santo Stefano solo 3, proprio a Dover. Il 27 dicembre sono stati 9. Nessuna persona è morta o è rimasta ferita durante la traversata.
Per avere un termine di paragone: solo nel mese di novembre sono sbarcate in Italia circa 980 persone. In Spagna, che da qualche mese è diventato il paese europeo più interessato dai flussi migratori, da novembre ad oggi sono arrivate via mare o via terra 9.097 persone.
This is what politicians and the media are calling "Britain's migrant crisis." pic.twitter.com/ZMcXFB6FSX
— Jeff Crisp (@JFCrisp) December 29, 2018
Non è chiaro perché le traversate della Manica siano aumentate negli ultimi mesi, seppure in numeri così ridotti: il Telegraph, citando fonti fra i trafficanti, scrive di maggiori pressioni della polizia francese – che da anni a Calais alterna misure di accoglienza basilare a sgomberi e controlli – del tempo insolitamente mite, dell’avvicinarsi di Brexit e della presunta rarefazione dei controlli durante il periodo delle feste. È difficile che il numero dei migranti che provano a raggiungere il Regno Unito via mare crescerà in maniera rilevante: a Calais non vivono più migliaia di migranti come qualche anno fa, e sembra difficile che un business di trafficanti simile a quelli attivi in Libia, Tunisia e Marocco possa nascere in Francia.
Eppure, è lo stesso Telegraph che apre la sua edizione domenicale – gestita da caporedattori diversi da quelli che si occupano del giornale in settimana – con un lungo articolo che si concentra sul fatto che il segretario all’Interno Sajid Javid sia stato costretto ad interrompere le vacanze per studiare alcune misure di emergenza contro la presunta crisi.
L’edizione del domenicale del Daily Mail, da anni il quotidiano più letto nel Regno Unito nonostante la sua scarsissima affidabilità, contiene invece un invito a sequestrare le barche dei migranti in partenza dalla Francia.
Tomorrow's Mail on Sunday #MailFrontPages pic.twitter.com/jRlZd61PW0
— Daily Mail U.K. (@DailyMailUK) December 29, 2018
Da tempo gli studiosi e osservatori dell’informazione si stanno occupando nel ruolo avuto dai giornali britannici – soprattutto i tabloid come il Daily Mail – nell’alimentare paure e tensioni sui principali temi di attualità, fra cui l’immigrazione.