Non si è scritto ancora abbastanza, in questi anni, di cosa sia diventato il lutto condiviso, partecipato, espresso, per le morti delle persone famose, ai tempi di internet e dei social network: nelle trasformazioni dei nostri comportamenti, esserci ed essere coinvolti è diventata una priorità anche quando arrivano le notizie di morti, e anche i media lo hanno imparato e le celebrazioni funebri occupano spazi sempre più grandi, e personaggi che da vivi avevano avuto meriti ma fame circoscritte ne conoscono di planetarie nei giorni in cui non ci sono più. Le cose cambiano, insomma, ma il Post mantiene questo ricordo annuale di “chi non c’è più”, per attenuare quella colpevole sensazione di dimenticarsi delle persone e della loro assenza, e anche per riassumere che anno è stato, quali storie ha chiuso. Il 2016 era stato molto commentato come l’anno “orribile” delle morti di persone di musica e cinema molto amate: il 2018, come il 2017, è stato meno triste su quel piano, ma diventerà la data associata alle biografie di molte persone eccezionali, quasi tutte nel bene, poche nel male, e alcune nel mezzo.