A New York stanno spostando 3 milioni di pesci morti
È la collezione del Museo di storia naturale, che verrà collocata in una sede più moderna e funzionale
Il Museo di storia naturale di New York conserva una delle più grandi collezioni al mondo di ittiologia, il ramo della zoologia che studia i pesci: più di 2,8 milioni, quasi tutti in barattoli e i più grandi in teche. Composta da circa 20mila esemplari a inizio Novecento, fu ampliata soprattutto dagli anni Sessanta in poi, includendo specie da tutto il mondo e in particolare dall’Africa, dall’Australia, dall’America Centrale, dalla Cina e dal Madagascar. Da 70 anni è conservata in una delle tre piccole strutture che si trovano nel Theodore Roosevelt Park e che verranno presto demolite per fare spazio a una nuova sede del museo, il Richard Gilder Center for Science, Education and Innovation.
Il nuovo centro sarà un edificio di cinque piani dalle pareti curve in pietra e vetro, che costerà in tutto 383 milioni di dollari (335 milioni di euro). Un gruppo di abitanti della zona ha fatto causa per impedirne la costruzione: sostiene che violi lo statuto cittadino perché il parco passerebbe dall’essere uno spazio pubblico a ospitare una struttura privata. Tra loro c’è anche la celebre tennista Billie Jean King, che vive nel quartiere e che ha registrato un video in cui dice di voler fermare il progetto.
Nonostante l’opposizione, la scorsa settimana è iniziato lo spostamento dei pesci, su camion dalle ruote di gomma particolarmente grandi per attutire gli scossoni.
I pesci verranno temporaneamente ospitati in alcune aree della sede principale del museo, che si trova a 500 metri di distanza, in attesa di essere collocati nel Richard Gilder Center. Il professore Scott Schaefer, responsabile dello spostamento, ha detto che finora erano stati conservati come fossero i libri di un’enorme biblioteca vietata al pubblico, senza finestre e tavoloni su cui prendere appunti. Nel nuovo centro gli scaffali in metallo grigio saranno sostituiti da nuove strutture rotanti che permetteranno di ospitare più esemplari in meno spazio; la catalogazione invece resterà la stessa e prevede che a ogni numero corrisponda una specie e un posto preciso. Trenta di queste specie sono state scoperte dallo stesso Schaefer, che lavora al museo dal 1996.
L’esemplare numero 1, per esempio, è una Ciprinide europea, parente della carpa. Fu acquisita dal museo quasi 150 anni fa, e proviene dalla collezione del principe Alexander Philipp Maximilian di Wied-Neuwied, un prussiano morto nel 1867, due anni prima della fondazione del museo. Oltre che sovrano di un piccolo stato dell’attuale Germania, era anche un naturalista: negli anni Trenta fece una spedizione negli Stati Uniti spingendosi fino in Montana nonostante uno sgradevole incidente in Kansas, quando i soldati stanziati a Fort Leavenworth gli confiscarono la scorta di bottiglie di brandy che avrebbe usato per conservare le specie da mandare a casa. Successivamente il museo comprò la sua collezione di 2.000 pesci e rettili, 4.000 uccelli e 600 mammiferi per 1.500 dollari del tempo, quasi 200 mila dollari di oggi (175 mila euro).