Il Senato ha approvato la manovra
Dopo giorni complicati e moltissimi rinvii, con 167 voti a favore e 78 contrari: dopo Natale passerà alla Camera
Nella notte fra sabato e domenica la legge di bilancio per il 2019 è approvata dal Senato dopo giorni di lunghe trattative, sia interne alla maggioranza sia con la Commissione Europea. La legge, su cui era stata posta la fiducia, è stata approvata con 167 voti a favore, 78 contrari e tre astenuti. In realtà era stata approvata alla Camera a inizio dicembre, ma nel frattempo è molto cambiata: è stata riscritta da capo con quello che è noto come “maxi emendamento“, cioè una lunga serie di correzioni e modifiche concordate in settimana con la Commissione. Nella serata Riccardo Fraccaro, ministro dei Rapporti con il Parlamento, aveva presentato il testo in Senato, concedendo pochissimo tempo alle opposizioni per studiarla: il PD ha parlato perciò di “vulnus” democratico e minacciato di chiedere l’intervento della Corte Costituzionale.
La legge dovrà ora tornare alla Camera per la sua approvazione definitiva: la discussione dovrebbe iniziare il 28 dicembre.
La legge di bilancio è la legge più importante di uno stato, perché stabilisce come e dove si spenderanno i soldi pubblici. Il testo che dovrebbe essere discusso e approvato oggi è frutto di lunghe trattative e per questo contiene molti compromessi rispetto agli obiettivi fissati inizialmente dal governo. prevede fra le altre cose un’importante riduzione del deficit, le clausole di salvaguardia con il possibile aumento dell’IVA nel 2020 e nel 2021.
La legge di bilancio avrebbe dovuto essere votata venerdì, ma il testo del “maxi emendamento” non era arrivato, probabilmente per questioni non risolte durante il Consiglio dei ministri. È il motivo per cui le opposizioni si erano lamentate e la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, aveva detto:«Mi corre l’obbligo di invitare la maggioranza e il governo ad avere un percorso legislativo più regolare, non con questa tempistica a singhiozzo, e rispettoso dell’Assemblea del Senato».
Su Repubblica, Alessandra Longo ha spiegato che tra le questioni che andavano risolte e hanno causato il ritardo ci sono la cosiddetta web tax, il «condono a saldo e stralcio delle cartelle fiscali riservato agli indigenti», alcune questioni sui controlli per l’assegnazione degli appalti, i soldi per aggiustare le buche di Roma e l’applicazione della “direttiva Bolkestein“, che obbliga lo Stato a mettere a gara le concessioni per le spiagge invece che affidarle sempre agli stessi.
Il “maxi emendamento” contiene queste e altre misure di cui si sa poco e nulla, ma che potrebbero avere parecchie conseguenze: fra queste c’è ad esempio l’aumento dell’IRES per le fondazioni e le onlus, che potrebbe avere ripercussioni su centinaia di società del cosiddetto terzo settore. Nei prossimi giorni, spulciando le decine di pagine del “maxi-emendamento”, si scopriranno probabilmente nuovi dettagli e misure del genere.