Cuba non inserirà l’articolo sul matrimonio gay nella sua nuova Costituzione
L'articolo che parlava dell'unione di «due persone» – e non più di «un uomo e una donna» – è stato eliminato dopo molte proteste
Il governo di Cuba ha annunciato che nella nuova Costituzione non verrà inserito un articolo che avrebbe dovuto prevedere la legalità del matrimonio tra persone dello stesso stesso. L’articolo in questione, il numero 68, avrebbe dovuto definire il matrimonio come l’unione «tra due persone», invece che come l’unione tra «un uomo e una donna», espressione prevista nella Costituzione del 1976. Il governo ha spiegato di avere deciso di escludere l’articolo 68 dalla bozza della nuova Costituzione dopo le proteste arrivate sia dalle chiese evangeliche che dai cittadini di Cuba, che ne hanno discusso nelle ultime settimane durante le assemblee popolari. Ha aggiunto che la soluzione trovata è una specie di compromesso: la Costituzione non si esprimerà direttamente sui membri della coppia, lasciando quindi aperta in futuro la possibilità di una legalizzazione dei matrimoni gay, senza però promuoverla.
Il Parlamento cubano aveva approvato una prima bozza della nuova Costituzione lo scorso luglio. Tra agosto e novembre il testo era stato sottoposto a dibattito nelle assemblee popolari di quartiere e dei posti di lavoro, e l’articolo sui matrimoni gay era stato il più discusso, secondo il segretario del Consiglio di stato cubano e coordinatore del testo della nuova Costituzione, Homero Acosta.
La commissione che si sta occupando di scrivere la nuova Costituzione è guidata dall’ex presidente cubano Raúl Castro. Secondo Associated Press sua figlia, Mariela Castro, avrebbe avuto un ruolo importante nell’inserimento dell’articolo 68 nella prima versione della Costituzione. Mariela Castro è una parlamentare conosciuta a Cuba per il suo attivismo a favore dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, e per aver contribuito a cambiare l’immagine che Cuba aveva in precedenza all’estero: cioè quella di un paese guidato da un governo comunista che negli anni Sessanta e Settanta perseguitò gli uomini gay e li mandò nei campi di lavoro. Ancora oggi in diverse zone del paese, soprattutto quelle rurali, è diffuso un forte sentimento contrario alle persone omosessuali e alle loro unioni.
Francisco Rodriguez, membro del Partito comunista cubano e blogger gay conosciuto con il nome “Paquito de Cuba”, ha detto che eliminare qualsiasi riferimento ai partecipanti al matrimonio è un compromesso accettabile che permetterà agli attivisti per i diritti degli omosessuali di fare campagna per cambiare le leggi relativa ai matrimoni.
A Cuba si discute di matrimoni gay da diverso tempo, soprattutto da quando lo scorso settembre il presidente Miguel Díaz-Canel disse di essere favorevole. Díaz-Canel aveva preso il posto di Raúl Castro nell’aprile 2018, diventando così il primo leader cubano della generazione post-rivoluzionaria. Il testo della nuova Costituzione con le modifiche emerse dalle assemblee popolari sarà votato dal Parlamento cubano il 21 dicembre, e poi sarà sottoposto a referendum il 24 febbraio 2019.