A Vanuatu consegnano i vaccini coi droni
Per migliorare le coperture vaccinali e risparmiare lunghi e costosi spostamenti: ma bisognerà evitare che rinasca il "culto del cargo"
Da lunedì 17 dicembre a Vanuatu, il piccolo stato insulare nell’Oceano Pacifico meridionale, è iniziata la sperimentazione di un nuovo servizio con i droni per rendere più pratica ed economica la distribuzione dei vaccini. L’iniziativa rientra nel piano vaccinale deciso dal governo ed è il primo a essere basato interamente sui droni per la diffusione delle dosi.
La nazione di Vanuatu è costituita da 83 isole vulcaniche. Interi villaggi possono essere raggiunti solo con piccole imbarcazioni, costrette a fare i conti con il mare mosso e il rischio di arenarsi; altri sono ancora più sperduti alle pendici delle aree montuose, nell’entroterra, e possono essere raggiunti solo a piedi dopo ore di camminata dalla costa. In molti villaggi non c’è energia elettrica, se non saltuariamente grazie a qualche generatore, cosa che rende impossibile l’utilizzo dei frigoriferi non solo per conservare gli alimenti, ma anche per i medicinali e i vaccini.
Tutti questi fattori hanno fatto sì che solo il 20 per cento dei 35mila bambini sotto i 5 anni che vivono a Vanuatu siano vaccinati, secondo le stime dell’UNICEF. E proprio l’organizzazione delle Nazioni Unite, insieme al governo australiano e al Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria hanno partecipato alla messa a punto del progetto con i droni, appena iniziato nell’arcipelago. Il test per ora riguarderà tre sole isole, ma sarà in seguito esteso al resto del territorio.
La gestione del programma è stata affidata a Swoop Aero, una startup australiana che sarà pagata solamente per le dosi effettivamente consegnate, spiega il New York Times. Ogni drone ha un’apertura alare di due metri e mezzo e può raggiungere una velocità massima intorno ai 90 chilometri orari. È stato progettato per volare a circa 150 metri di altitudine, può essere utilizzato nei giorni di pioggia e con raffiche di vento fino a 45 chilometri orari. I droni di Swoop sono stati selezionati dopo alcuni voli di prova, nei quali l’azienda ha dovuto dimostrare di poter coprire una distanza di quasi 50 chilometri, atterrando poi nel punto programmato con un margine di errore di pochi metri.
Working for @govofvanuatu & @UNICEFPacific under CAAV approvals, we completed 4 flights, in two days, to deliver 3 vaccine consignments and prove our ability to transform healthcare
245 km #bvlos#dronesforgood #Drones #healthcare #innovation #vanuatu #ChangeTheWorld pic.twitter.com/ZrMAmY7Nls
— Swoop Aero (@Swoop_aero) December 11, 2018
Ogni drone può portare una quantità limitata di materiale, ma considerati peso e ingombro delle dosi di vaccino, la scarsa capacità non dovrebbe essere un problema. Con un carico massimo, il sistema trasporta poco più di 2 chilogrammi di materiale, tra vaccini, sacche di ghiaccio per conservarli correttamente e un termometro, i cui dati all’arrivo servono per assicurarsi che non sia stata interrotta la catena del freddo. A pieno regime, i droni dovrebbero riuscire a coprire fino a 130 chilometri, un’autonomia sufficiente per andata e ritorno. La guida è di tipo satellitare ed esclude i problemi di cui soffrono gli altri droni che fanno affidamento sulle normali reti cellulari.
L’UNICEF e gli altri partecipanti al progetto hanno avviato una campagna di divulgazione tra gli abitanti di Vanuatu, in modo che siano preparati all’idea di vedersi arrivare ogni tanto un affare largo più di due metri che ronza sui loro villaggi. Farne comprendere il valore e l’importanza sarà fondamentale, anche per evitare reazioni violente o imprevedibili.
Un altro aspetto da non trascurare è legato alla presenza a Vanuatu di diversi adepti del cosiddetto “culto del cargo”. Si diffuse negli anni Trenta e durante la Seconda guerra mondiale, quando gli isolani videro l’abbondanza di risorse e mezzi utilizzati dagli eserciti degli Stati Uniti e del Giappone, nelle loro reciproche attività di controllo marittimo. Gli abitanti della zona si convinsero che fossero i loro antenati, rapiti e mandati a lavorare nelle piantagioni in Australia e nelle isole Fiji, a inviare loro quei doni provenienti dal cielo, ma che statunitensi e giapponesi glieli sottraessero. Gli isolani si organizzarono per recuperare i beni paracadutati dagli aeroplani o trasportati via nave, che consideravano essere doni per loro. Il culto fece di un uomo di nome Jon (John) Frum una figura locale con tratti quasi leggendari.
Quello di Frum non era l’unico culto dei cargo, ma fu tra i più radicati e dopo la Seconda guerra mondiale portò a impreviste evoluzioni. Negli anni Settanta su Tanna, una delle isole dell’arcipelago, si trasformò in una sorta di partito politico, con velleità indipendentiste. Per ora l’isola di Tanna non farà parte del programma di consegna dei vaccini con i droni, ma il governo di Vanuatu vorrebbe un giorno estendere la copertura anche lì, con conseguenze per ora imprevedibili. Il lavoro di divulgazione sarà svolto anche su Tanna, con dimostrazioni e spiegazioni su quegli strani aerei in miniatura che un giorno atterreranno sull’isola per portare i vaccini.