Le novità sulla strage nella discoteca vicino ad Ancona
Per ora ci sono otto persone indagate per la calca e i morti nel locale di Corinaldo: le condizioni di quattro feriti gravi sono migliorate
La procura di Ancona ha annunciato che per la strage nella discoteca di Corinaldo, avvenuta venerdì scorso e in cui sono morte sei persone, ci sono otto indagati: un minorenne interrogato nei giorni scorsi, i tre titolari del locale “Lanterna Azzurra Clubbing” e i quattro proprietari dell’edificio. Il minorenne – che avrebbe 17 anni e non 15 come comunicato nei giorni scorsi – è indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni colpose e dolose, mentre le altre sette persone lo sono per concorso in omicidio colposo aggravato.
Quattro delle sette persone ferite gravemente, e ricoverate in ospedale, non sono più intubate e respirano autonomamente. Le altre tre sono in condizioni stabili, ma ancora critiche. A causa della ressa, sono rimaste senza ossigeno per diverso tempo, con conseguenze nel medio-lungo periodo che devono essere ancora valutate dai medici. Per tutti i pazienti la prognosi rimane riservata.
Nella tarda giornata di lunedì 10 dicembre, il procuratore capo di Ancona, Monica Garulli, e il procuratore capo del tribunale dei minori, Giovanna Lebbroni, hanno tenuto una breve conferenza stampa con i primi aggiornamenti sulle indagini. Hanno spiegato che le persone indagate finora lo sono per un “atto dovuto”, e che per ora le prove a carico del minorenne sono deboli, considerato che è stato identificato grazie alla testimonianza di tre testimoni, ma senza prove video o fotografiche.
Le cause del grande panico, che ha portato alla fuga disordinata da una delle sale del locale con persone rimaste schiacciate dalla calca e cadute da una rampa di accesso, non sono ancora chiare. L’ipotesi è che qualcuno abbia spruzzato dello spray urticante, ma non si esclude la possibilità che il fumo acre e irritante segnalato da molti fosse causato da una delle “macchine per il fumo” del concerto. Lebbroni ha spiegato che: «Numerose decine di persone sono concordi nel dire che, intorno alla mezzanotte e mezza, nella sala principale si sia verificato uno spargimento di sostanza con odore di peperoncino, o secondo altri di ammoniaca, mentre altri ancora hanno parlato di esplosione o di sostanze fumogene. A terra è stata trovata una bomboletta di spray al peperoncino. Questo ci induce a pensare che sia una possibile concausa dello spargimento della sostanza irritante, ma non esclude che ce ne possano essere state altre. Lo spargimento è stato molto diffuso in larghezza e in altezza».
La procura ha invitato nuovamente le persone presenti nella Lanterna Azzurra venerdì sera a fornire le loro testimonianze, e a consegnare video e fotografie scattate con i loro cellulari per contribuire alla ricostruzione dei momenti che hanno preceduto il panico.
Il minorenne era stato fermato per possesso di droga, dopo un’ispezione nel residence in cui vive eseguita nella mattina di sabato. Inizialmente gli era stato contestato il solo possesso di stupefacenti, ma in seguito si sono aggiunte le contestazioni legate ai fatti della Lanterna Azzurra. Ci sono però molti dubbi sul fatto che sia stato lui a spruzzare lo spray irritante, ammesso che sia stato questo la causa principale della ressa. La nonna del 17enne dice che il nipote non c’entra nulla e che quella sera «è stato con la sua ragazza tutta la notte». La signora ha anche negato il fermo: «Lo hanno portato via solo per chiedergli delle cose», poi si è spostato in Romagna dove vive la madre.