C’è un altro problema per May in vista del voto su Brexit
È passata una mozione che accusa il governo di “oltraggio al Parlamento”, e ora dovrà pubblicare un documento su Brexit che sperava di tenere per sé
La Camera dei Comuni britannica ha votato una mozione che accusa il governo di Theresa May di “oltraggio al Parlamento”, per non aver diffuso il parere legale fornito dal procuratore generale in merito all’accordo su Brexit negoziato tra May e l’Unione Europea. Si ritiene sia la prima volta che una mozione di questo tipo viene approvata dal Parlamento, ma soprattutto rappresenta un ulteriore problema al già complicato percorso che porterà, da qui a martedì prossimo, al primo voto del Parlamento sull’accordo.
Il parere legale in questione è stato fornito dal procuratore generale Jeffrey Cox, il principale avvocato del governo, rispetto all’accordo su Brexit ottenuto da May. Nonostante le richieste delle opposizioni, Cox aveva fornito solo un riassunto di quella consulenza, rifiutandosi di pubblicare la versione completa. Il motivo è che quel documento contiene probabilmente cose che il governo non voleva rendere esplicite: secondo gli osservatori si tratta di giudizi legali sul fatto che, con questo accordo, c’è la possibilità che il Regno Unito rimanga indefinitamente legato alla UE.
È una possibilità già nota, perché la permanenza nell’unione doganale potrebbe essere l’unico modo di risolvere il nodo del confine nordirlandese, ma il suo essere esplicitata da un parere legale così autorevole renderebbe l’accordo ancora meno gradito ai suoi oppositori dentro al Partito Conservatore. Il fronte che martedì prossimo in Parlamento voterà contro l’accordo, quello degli “hard Brexiteers” che considerano troppo morbido l’accordo di May, potrebbe allargarsi. Già ora si pensa sia sufficiente per affossare l’accordo al suo primo passaggio in Parlamento. Il governo dovrà pubblicare il parere legale completo, e lo farà probabilmente domani.
La mozione era stata presentata dalle opposizioni, che hanno vinto il voto con 311 voti a favore e 293 contrari grazie al sostegno del Partito Unionista Democratico nordirlandese, che da tempo ha ritirato il sostegno a May per via del trattamento riservato all’Irlanda del Nord nell’accordo. Per questo il voto ha anche un valore simbolico: questa sconfitta mette ulteriormente in dubbio la maggioranza di May in Parlamento, in un momento in cui sta cercando di ricompattare le fila del suo partito.
Sempre martedì, il Parlamento ha approvato un emendamento proposto dal deputato conservatore Dominic Grieve, che sostanzialmente prevede che il Parlamento possa dire la sua sul “piano B” che May proporrà al Parlamento entro 21 giorni se, come probabile, l’accordo sarà bocciato nel voto di martedì prossimo. Le diverse fazioni lo interpretano in modo diverso: i sostenitori del “Remain” ritengono sia un modo per evitare l’uscita senza accordo, a cui si opporrebbero; l’ala radicale del Partito Conservatore crede invece che il parere che il Parlamento potrà esprimere non sarà vincolante, e quindi che l’uscita senza accordo sia ancora sul tavolo.