Il matrimonio che non piace al Partito Comunista cinese
Quello stravagante e dai costi esorbitanti, che la Cina ha deciso ora di iniziare a regolare con nuove linee guida
Il Partito comunista cinese ha deciso di stabilire delle linee guida per i matrimoni in Cina: il governo è preoccupato che siano diventati troppo stravaganti, lontani dalle rigide regole formali imposte dal socialismo di stato e, in alcuni casi, pericolosi. Secondo il ministero degli Affari civili, le celebrazioni eccessive vanno contro i valori tradizionali cinesi e socialisti. Il governo crede che le coppie debbano essere incoraggiate a sposarsi in maniera più “consona” alla tradizione, oltre che più sicura: sempre più spesso, infatti, i rituali prenuziali finiscono fuori controllo e gli scherzi si trasformano in vere umiliazioni per gli sposi. Le autorità cinesi hanno quindi deciso di standardizzare le cerimonie, riportando ordine.
La standardizzazione dei matrimoni è l’ultimo di una serie di tentativi del Partito comunista cinese di controllare i propri cittadini anche nella sfera privata. In precedenza aveva già annunciato che entro il 2021 a Pechino, la capitale della Cina, sarà avviato un programma che darà un punteggio a tutti i suoi cittadini basato sulla loro condotta, e che potrà essere utilizzato per accedere a particolari servizi sociali o rimanere esclusi da altri.
La decisione di cambiare il modo in cui i cinesi si sposano segue una controversa riforma dei funerali già adottata dal governo: entrambe le riforme sono state pensate anche per limitare i casi di corruzione nelle zone rurali, piuttosto frequenti in occasioni di questo tipo. È infatti prassi diffusa scambiarsi denaro come dono per le nozze o per aiutare i familiari nel sostenere i costi dei funerali: spesso questi soldi finiscono però ai pubblici ufficiali in maniera illegale.
Secondo il South China Morning Post, il ministero degli Affari civili sta monitorando una serie di usanze – tra cui gli «esorbitanti» regali in denaro e gli scherzi prematrimoniali – che rifletterebbero «un crescente culto del denaro» e il «declino della moralità». Queste usanze «non solo ostacolano la crescita economica e la diminuzione della povertà nelle aree rurali, ma danneggiano anche l’armonia familiare e lo sviluppo della società», ha detto venerdì un portavoce del ministero durante una conferenza stampa a Jinan, la capitale della provincia di Shandong nella Cina orientale.
Gli scherzi prematrimoniali, in particolare, sono diventati un problema: sono ricorrenti le notizie che raccontano di scherzi di cattivo gusto che si sono trasformati in vere e proprie violenze. A fine novembre uno sposo è stato investito da una macchina mentre cercava di scappare dai suoi amici che volevano legarlo e picchiarlo, come parte del rituale prenuziale. Le spose vengono spesso obbligate a mimare atti sessuali in pubblico, mentre le damigelle sono vittime di abusi sessuali di vario tipo. Neanche i genitori degli sposi sono esclusi da queste pratiche e vengono costretti ad indossare costumi umilianti. In molti casi gli eccessi vengono tollerati perché fanno parte della tradizione.
Il ministero degli Affari civili cinese ha condannato tutti questi rituali come «una perdita di tempo» e ha definito alcune linee guida per rendere i matrimoni più «semplici e moderati», che dovranno essere messe in pratica dagli enti governativi locali. Le cerimonie dovranno «integrare i valori socialisti e la cultura tradizionale cinese» per combattere «le tendenze sociali negative e i valori sbagliati», diventando un «esempio per l’intera società». Tra le altre cose, le autorità cinesi vogliono standardizzare lo svolgimento dei matrimoni e mettere un limite alle somme di denaro che si possono dare in dono per evitare la corruzione: gli enti locali dovranno creare dei comitati che si occuperanno di vigilare sui matrimoni (e anche sui funerali).
Già nel 2016 il Partito comunista aveva cercato di regolare i matrimoni e i funerali per riportare le cerimonie dentro i canoni di austerità voluti dal partito, senza particolare successo. Alcuni analisti pensano che nemmeno queste nuove linee risolveranno il problema.
«Questi riti tradizionali, che sono stati praticati per così tanti anni e sono diventati sempre più popolari, non possono semplicemente essere vietati con un ordine amministrativo» ha detto al South China Morning Post Xu Anqi, una ricercatrice della Accademia di Scienze sociali di Shangai. Secondo Xu, per «cambiare i vecchi costumi» bisogna puntare «sull’educazione pubblica e la promozione di nuovi modi» di celebrare i matrimoni e i media dovrebbero smetterla di «iper pubblicizzare i matrimoni delle celebrità, che giocano un ruolo molto importante nel guidare l’opinione pubblica».