Papa Francesco contro i sacerdoti gay
In un nuovo libro ha detto che nella Chiesa «non c'è posto» per loro
Dal primo dicembre è disponibile il libro La forza della vocazione, cioè la trascrizione di un dialogo di diverse ore tra Papa Francesco e il missionario Fernando Prado. Se ne sta parlando soprattutto per via di alcune cose che Francesco dice sui sacerdoti gay. In un estratto pubblicato da Avvenire, Prado dice: «Non è un segreto che nella vita consacrata e nel clero vi sono anche persone con tendenze omosessuali. Che dire su questo?». E Francesco risponde:
È un errore. Non è soltanto un’espressione di affetto. Nella vita consacrata e in quella sacerdotale non c’è posto per questo tipo di affetti. Per questa ragione, la Chiesa raccomanda che le persone con questa tendenza radicata non siano accettate al ministero né alla vita consacrata. Il ministero o la vita consacrata non sono il loro posto.
Sempre rispondendo a quella domanda, Francesco dice anche:
Quella dell’omosessualità è una questione molto seria, che occorre discernere adeguatamente fin dall’inizio con i candidati, se è il caso. Dobbiamo essere esigenti. Nelle nostre società sembra addirittura che l’omosessualità sia di moda e questa mentalità, in qualche modo, influisce anche sulla vita della Chiesa.
Ho avuto da me un vescovo abbastanza scandalizzato, che mi ha raccontato di essersi reso conto che nella sua diocesi, una diocesi molto grande, vi erano vari sacerdoti omosessuali, e che aveva dovuto affrontare tutto questo, intervenendo, prima di tutto, sulla formazione, per formare un altro clero diverso. È una realtà che non possiamo negare. Neanche nella vita consacrata sono mancati dei casi. Un religioso mi raccontava che, mentre era in visita canonica a una delle province della sua congregazione, era rimasto sorpreso. Vedeva che bravi giovani studenti e anche alcuni religiosi già professi erano gay.
Ferdinando Prado è nato nel 1969 ed è un missionario claretiano, appartenente cioé ai Missionari figli del Cuore Immacolato di Maria, un istituto religioso fondato da Antonio María Claret y Clará, arcivescovo morto nel 1870. Avvenire spiega che Prado è «laureato in Scienze dell’informazione e docente di Teologia della missione e Mezzi di comunicazione e vita consacrata» e descrive il libro come «un affascinante affresco sulla bellezza della vita consacrata».
Sempre Avvenire, ricorda anche che «nel “no” al loro [dei gay] accesso al ministero e alla vita religiosa il Papa non fa che ribadire concetti e posizioni già noti nonché richiamati in passato dallo stesso Pontefice». Il riferimento è ad esempio a un documento del 2016 secondo il quale la Chiesa «non può ammettere al Seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay». Nel 2013 Francesco disse invece, parlando di gay e non di sacerdoti gay: «Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo».