Si sta seccando il lago più famoso dei Vangeli
Il lago di Tiberiade, dove secondo i Vangeli Gesù camminò sull'acqua: Israele sta provando a riempirlo con acqua di mare desalinizzata
In Israele è sempre più critica la situazione del lago di Tiberiade, quello sulle cui acque (secondo il racconto di alcuni Vangeli) camminò Gesù. Si sta prosciugando perché da cinque anni Israele sta affrontando la sua peggiore siccità dell’ultimo secolo: i suoi affluenti, tra cui il Giordano, portano sempre meno acqua e quella che resta diventa sempre più salata, stagnante e piena di cianobatteri (noti anche come alghe azzurre, sebbene non siano alghe). Se il lago dovesse prosciugarsi ci sarebbero problemi logistici e ambientali per Israele e per la Giordania, che usa a sua volta parte dell’acqua del lago.
Il lago di Tiberiade ha una superficie di 166 chilometri quadrati, un po’ più del lago di Como e un po’ meno del lago Maggiore. È anche noto come lago di Kinneret o Mar di Galilea e ha la particolarità di essere a oltre 200 metri sotto il livello del mare: nessun altro lago di acqua dolce è così tanto sotto il livello del mare, e infatti l’aria che si respira intorno al lago è umidissima e quasi irrespirabile, se non ci si è abituati.
Israele usa il lago per estrarre acqua, ma è anche un’importante meta turistica e di pellegrinaggio religioso. Oltre a essere il luogo in cui si dice che Gesù camminò sulle acque, è anche quello in cui secondo i Vangeli Gesù scelse alcuni suoi apostoli e moltiplicò pani e pesci. È anche il luogo in cui, sempre secondo i Vangeli, Gesù apparve dopo essere resuscitato, parlando con Pietro in quello che si ritene il momento in cui gli affidò la guida della Chiesa dicendogli «pasci le mie pecorelle».
L’Economist ha scritto, per spiegare quanto sia importante per Israele il lago di Tiberiade, che giornali e telegiornali parlano ogni giorno del livello dell’acqua del lago, insieme alle previsioni del tempo. Ha anche scritto che al momento vuoto per un quarto, che alcuni isolotti hanno iniziato ad emergere e che la sua superficie si sta via via riducendo. Un’altra conseguenza della riduzione dell’acqua è l’aumento della salinità di quella che resta: la sua scarsità permette infatti all’acqua sotterranea (che è salata) di emergere e diventare acqua di lago.
Per molti anni il lago di Tiberiade è stato la principale fonte di acqua potabile di Israele. Da un paio di decenni il paese ha però iniziato a desalinizzare l’acqua di mare ed è quindi riuscito a ridurre la quantità di acqua che estrae dal lago: era arrivato a prenderne 400 milioni di metri cubi all’anno e quest’anno ne prenderà solo 70 (e altri 50 circa ne dovrebbe prendere la Giordania).
Israele riuscirebbe quindi ad avere acqua anche senza il lago di Tiberiade. I problemi sono altri: gran parte della vita attorno al lago – per esempio nella città di Tiberiade, che ha 40mila abitanti – dipende dalle attività di pesca e turismo (religioso e non) connesse al lago. A cui vanno aggiunti gli ovvi problemi per l’ecosistema e l’esistenza di tutte le piante e gli animali che ci sono solo perché c’è un lago.
È il motivo per cui a giugno Israele ha deciso di investire circa 250 milioni di euro per pompare nel lago acqua presa dal Mediterraneo, che dista circa 50 chilometri, e in seguito desalinizzata. È un’impresa complicata, però, perché mai nella storia un lago di acqua dolce è stato ri-riempito in questo modo. Una volta installate tutte le pompe, ci si aspetta di stabilizzare il livello del lago entro il 2020. I lavori fanno parte di un ancora più grande piano del ministro dell’Energia Yuval Steinitz, che vuole raddoppiare la quantità d’acqua che Israele desalinizza ogni anno, e che al momento è pari a circa 600 milioni di metri cubi d’acqua. Ambiente a parte, a Israele conviene comunque che il lago sia pieno, perché se i suoi impianti di desalinizzazione di acqua marina dovessero essere distrutti da un terremoto o occupati in una guerra, il lago diventerebbe una fondamentale riserva d’acqua.