È morto Stephen Hillenburg, l’inventore di SpongeBob
Aveva 57 anni e nel 2017 gli era stata diagnosticata una grave malattia degenerativa: aveva ideato uno dei cartoni animati più famosi degli ultimi 20 anni
Stephen Hillenburg, l’inventore del cartone animato SpongeBob, è morto martedì a 57 anni nella sua casa in California. Nel 2017 gli era stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica e secondo i giornali è morto per alcune complicazioni della malattia. La notizia è stata confermata da Nickelodeon, il canale televisivo per cui Hillenburg lavorava e che ha prodotto tutti gli episodi del suo famosissimo cartone animato.
Nel 1999, dopo aver già lavorato e scritto due serie animate, Hillenburg aveva inventato il personaggio di SpongeBob, una spugna antropomorfa che nell’omonimo cartone animato vive sul fondo del mare – a Bikini Bottom – insieme a pesci, molluschi e altri animali. La serie ebbe crescente successo in tutto il mondo e la sua popolarità si intrecciò con la diffusione di internet, rendendo SpongeBob un personaggio amato da generazioni diverse e da bambini e adulti in modo uguale.
Da quando fu mandata in onda la prima puntata di SpongeBob, ne sono stati prodotti 250 episodi, sono stati fatti videogiochi, gadget di ogni tipo, due film (un altro dovrebbe arrivare nel 2020) e uno spettacolo teatrale che a maggio aveva ricevuto 12 nomination per i Tony Awards, i più importanti premi statunitensi per il teatro (aveva vinto solo per le Migliori scenografie).
Hillenburg raccontò che per la serie si era in parte ispirato alla sua passione per la biologia marina – materia che aveva studiato e insegnato negli anni Ottanta – ma che tutto era nato per caso e che non si sarebbe mai aspettato un tale successo. Quando presentò la serie a Nickelodeon costruì dei pupazzetti dei personaggi principali, una conchiglia che riproduceva una canzone da lui registrata e si vestì con una camicia hawaiana, intonato all’atmosfera della serie. Il direttore di Nickleodeon, raccontò Hillenburg anni dopo, uscì in silenzio dalla stanza, lasciando tutti convinti che la presentazione fosse stata un disastro: «Poi tornò dentro e disse: “facciamola”».
Chi ha conosciuto Hillenburg dice che il personaggio di SpongeBob – che doveva chiamarsi Spongeboy, ma era già il nome di un mocio – è quasi un’estensione del suo creatore, con cui condivideva lo stesso senso dell’umorismo e la stessa ingenuità. SpongeBob è tecnicamente una spugna di mare – Hillenburg decise poi di disegnarlo rettangolare, come una spugna da cucina, perché lo trovava più divertente – che lavora come cuoco in un fast food e passa la maggior parte del tempo a districarsi in intricate situazioni e ad affrontare problemi che di solito riesce a risolvere grazie alla sua bontà e alla sua gentilezza.
Il cartone animato è presentato come un prodotto per bambini dai 2 agli 11 anni, ma la sua fortuna è stata grande anche tra gli adulti (spesso gli stessi che avevano amato la serie da bambini) e le brevi puntate di 11 minuti sono piene di battute e umorismo diretti a loro. Il successo della serie, aveva scritto Michael Gold sul New York Times, è dipeso in parte anche dal modo in cui si è allacciato alla grande diffusione di internet: «SpongeBob è nato quando molti dei futuri creatori di meme erano bambini. Mentre la cultura di internet cresceva, crescevano anche loro. A un certo punto, negli anni Duemila, la serie era trasmessa anche a tarda notte da MTV, rifatta in stile psichedelico». È stato stimato che negli anni, SpongeBob abbia fatto guadagnare circa 13 miliardi di dollari grazie alla vendita di gadget e prodotti di altro tipo; i due film hanno incassato insieme quasi 500 milioni di dollari in tutto il mondo.
Hillenburg – che era spostato e aveva un figlio – aveva iniziato a disegnare negli anni Ottanta frequentando un corso di animazione sperimentale mentre ancora insegnava biologia marina all’odierno Ocean Institute. Nel 1992 aveva fatto un master in Belle arti e poco dopo aveva cominciato a lavorare come autore e regista a Nickelodeon, prevalentemente per la serie La vita moderna di Rocko. SpongeBob ha vinto tra le altre cose 6 Annie Awards (i premi americani per l’animazione) e 4 Emmy, ed è stata tradotta in più di 60 lingue diverse. Hillenburg aveva vissuto con qualche disagio l’enorme successo della sua serie. «All’inizio è strano e lusinghiero», aveva raccontato al New York Times, «poi dopo un po’ ti stufi di vederlo. Ha perso di valore, col tempo».