Il controverso impianto di riciclo del quartiere Salario a Roma non riesce a riciclare i rifiuti, dice l’ARPA
Secondo una relazione dell’ARPA del Lazio, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, il controverso impianto di riciclo del quartiere Salario a Roma produce più rifiuti di quanti ne recuperi.
Intorno all’impianto, di proprietà di AMA, la società che gestisce i rifiuti a Roma, c’è da tempo un intenso dibattito tra gli abitanti del quartiere, che ne chiedono la chiusura a causa delle emissioni maleodoranti, e la giunta della sindaca Virgnia Raggi, eletta dal Movimento 5 Stelle. Inizialmente Raggi ne aveva promesso la chiusura entro il 2019, salvo poi cambiare idea e decidere addirittura di aumentare il quantitativo di rifiuti che saranno smaltiti dall’impianto.
La relazione di ARPA certifica il malfunzionamento dell’impianto – che tecnicamente si chiama impianto di riciclo TMB (trattamento meccanico-biologico) – in cui vengono raccolti i rifiuti urbani indifferenziati della città che vengono poi trasformati in Fos (frazione organica stabilizzata) e Cdr (combustibile). Per quanto riguarda la Fos, in particolare, secondo l’ARPA «vi sono evidenze che l’impianto produce rifiuti che presentano ancora caratteristiche di putrescibilità». Nella relazione si legge che i materiali riciclati ma considerabili ancora contaminati sono stati il 61,7 % nel 2016 e il 68,6 % nel 2017.