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  • Giovedì 22 novembre 2018

In futuro le ricette mediche potrebbero avere valore in tutta l’Unione Europea

A partire dal 2019 inizierà una sperimentazione in Estonia e Finlandia, da cui si capirà la fattibilità del progetto

di Lorenzo Di Stasi – @lorenzodista

(RAIGO PAJULA/AFP/Getty Images)
(RAIGO PAJULA/AFP/Getty Images)

L’Estonia e la Finlandia saranno i primi due stati europei a permettere di utilizzare una prescrizione medica in un paese diverso da quello in cui è stata emessa. I cittadini finlandesi che si trovano temporaneamente in Estonia potranno acquistare medicinali con la stessa prescrizione digitale ottenuta in Finlandia già a dicembre di quest’anno, mentre gli estoni dovranno aspettare l’inizio del 2019 per usufruire dello stesso servizio in Finlandia. L’iniziativa fa parte di un piano più ampio portato avanti dall’Unione Europea per la condivisione di dati sanitari e prescrizioni mediche all’interno dell’Unione, che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi anni.

In Estonia – un paese considerato molto avanti nella digitalizzazione dei servizi – già oggi il 99 per cento delle prescrizioni mediche è digitale, grazie a un sistema sanitario digitale sviluppato fra il 2008 e il 2013. Anche il 95 per cento dei dati sanitari è disponibile su un database online. In pratica, da qualche anno, ogni medico può scrivere la ricetta medica per il proprio paziente online, mentre i pazienti possono ritirare le medicine in farmacia usando direttamente la carta d’identità digitale dove sono salvate tutte le informazioni. Questo meccanismo rende molto più semplice e rapido l’acquisto di medicinali anche per chi abita fuori dai grandi centri abitati. Il servizio è usato molto anche dalle persone anziane che per problemi fisici non possono sempre andare dal medico a farsi prescrivere di nuovo un farmaco che usano spesso.

L’Istituto Nazionale per la Salute e il Welfare (THL), che sta coordinando il progetto in Finlandia, sostiene che la nuova iniziativa favorirà soprattutto le moltissime persone che ogni giorno si spostano dall’Estonia alla Finlandia, o viceversa, per lavorare. Harri Nummi, esperto di eHealth presso l’istituto, ha affermato che essere in grado di utilizzare le prescrizioni mentre si è fuori dal proprio paese porterà dei vantaggi concreti: «Se le persone hanno la possibilità di acquistare i farmaci prescritti fuori dalla Finlandia, possono lasciare farmaci delicati come l’insulina a casa e comprarli al loro arrivo in Estonia».

La sperimentazione sarà resa ancora più semplice dal fatto che il rischio di storture è minimo: Kaidi Kelt, CEO di una catena di farmacie private, ha detto al Baltic News Service che le ricette saranno individuali e che nessuno potrà acquistare grosse quantità di medicinali da rivendere nell’altro paese (fra l’altro, i prezzi dei medicinali nei due paesi sono abbastanza simili).

Il prossimo paese che potrebbe unirsi alla sperimentazione è la Svezia, che potrebbe integrarsi nel sistema già pronto per Finlandia ed Estonia. Secondo Euractiv, una simile iniziativa di condivisione di dati sanitari e prescrizioni dovrebbe partire nel 2019 fra Grecia e Cipro. Se tutto andrà bene, la sperimentazione dovrebbe allargarsi nel 2020 ad altri paesi dell’Unione. La condivisione di dati sanitari fa parte del cosiddetto pacchetto del Mercato Unico Digitale, le cui direttive sono ancora in fase di approvazione al Parlamento Europeo: a regime, le nuove leggi permetterebbero ad esempio che gli acquisti online di farmaci non siano esclusivamente ristretti al paese dove la carta di credito è stata emessa.

Il vice-segretario generale estone per lo sviluppo dei servizi elettronici, Ain Aviksoo, ha sottolineato che secondo lui la vera sfida «non è tanto trovare una tecnologia adatta a permettere lo scambio di dati fra i diversi paesi, ma la volontà politica di attuare questo processo». «Tutte le farmacie europee ci stanno tenendo d’occhio», ha raccontato Catri Valner, che gestisce una farmacia nel centro di Tallinn: «il successo di questa iniziativa determinerà il modo in cui le prescrizioni digitali si espanderanno nel resto dell’Unione Europea».