Il fondo Blackstone ha fatto causa a Urbano Cairo per la sede del Corriere
È il fondo che comprò lo storico palazzo di via Solferino nel 2013: ora vogliono rivenderlo, ma Cairo si è messo in mezzo
Il grande fondo di investimenti Blackstone ha fatto causa a Urbano Cairo accusandolo di aver ostacolato la vendita della sede del Corriere della Sera, lo storico palazzo di via Solferino a Milano che Blackstone comprò nel 2013 dal gruppo RCS, editore del Corriere. Cairo, che controlla RCS dal luglio 2016, sostiene invece che l’accordo di vendita del 2013 tra RCS e Blackstone non sia valido e ha chiesto che venga annullato tramite una procedura di arbitrato. Blackstone, che ha fatto causa a Cairo a New York, sostiene di essere vittima di un tentativo di estorsione da parte di RCS; Cairo sostiene invece che secondo la legge italiana l’accordo del 2013 sia nullo, perché fu troppo svantaggioso per RCS.
Nel 2013, in un momento di grande difficoltà finanziaria per il Corriere della Sera e il gruppo editoriale che lo controlla – RCS – fu decisa la vendita della sede del giornale a Milano: un complesso di palazzi storici in una zona molto centrale della città, dove oltre alla redazione del Corriere della Sera si trovava anche quella della Gazzetta dello Sport. Nonostante le proteste e uno sciopero dei giornalisti del Corriere, i palazzi furono venduti al fondo di investimenti statunitense Blackstone, uno dei più grandi al mondo, per 120 milioni di euro: l’accordo prevedeva però che Blackstone avrebbe continuato ad affittare parte dei palazzi a RCS per la redazione del Corriere della Sera (quella della Gazzetta dello Sport fu invece spostata, tra molte proteste).
Blackstone ha ristrutturato a fondo la parte del complesso non occupata dal giornale e questa estate era uscita la notizia che fosse vicina a vendere i palazzi al gruppo assicurativo Allianz, per una cifra vicina ai 250 milioni di euro. A quel punto, nonostante fossero passati cinque anni, il nuovo proprietario di RCS, Cairo, ha scritto una lettera a Blackstone sostenendo che l’accordo di vendita del 2013 fosse nullo e che quindi Blackstone non potesse vendere i palazzi di via Solferino ad Allianz. Secondo Cairo l’accordo del 2013 fu concluso in una situazione di profondo squilibrio tra le parti a causa dei gravi problemi finanziari di RCS. In altre parole: secondo Cairo, Blackstone approfittò della debolezza di RCS per pagare i palazzi di via Solferino meno di quanto valessero.
La prima conseguenza della lettera di Cairo è stata che Allianz ha sospeso la trattativa con Blackstone, che ha quindi deciso di fare causa a RCS, definendo infondate le loro valutazioni sull’accordo del 2013 e le loro pretese odierne, a fronte di un contratto sottoscritto da entrambe le parti e mai contestato in questi anni, e chiedendo un risarcimento per aver compromesso la vendita dell’immobile ad Allianz. Blackstone sostiene che il momento scelto da RCS per chiedere l’annullamento del contratto di vendita non sia casuale, e nei documenti presentati al tribunale di New York sostiene che RCS stia cercando di sfruttare la situazione per ottenere qualcosa. Da parte sua, RCS ha chiesto un arbitrato: quindi non un vero processo ma una sorta di processo a porte chiuse tra due privati, che scelgono un giudice competente sulla materia in questione e si vincolano a rispettarne le decisioni, spesso – ma non necessariamente – trovando un accordo per una transazione economica che chiuda il caso.