Cronache da Verona
Nella città governata dall'estrema destra, durante la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ci saranno due manifestazioni ultraconservatrici e neofasciste
Domenica 25 novembre sarà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ci saranno – quel giorno o il giorno prima – manifestazioni in tutto il mondo (in Italia il movimento femminista Non Una di Meno ha organizzato un corteo per sabato 24 a Roma) mentre a Verona ci saranno due manifestazioni di reazione: un convegno internazionale promosso da Forza Nuova, con al centro la questione dell’interruzione volontaria di gravidanza, e un corteo del Comitato No194 a cui è iscritto anche il ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, ex vicesindaco di Verona. Il Comitato chiede l’abrogazione della legge 194, che in Italia consente alle donne di avere la libertà – in determinate condizioni – di interrompere una gravidanza in sicurezza. Forza Nuova parteciperà al corteo del Comitato No194.
Verona è governata da anni dall’estrema destra ed è considerata da molti osservatori il “crocevia” dell’estremismo di destra italiano in tutte le sue forme, sia quelle istituzionali sia quelle che non lo sono, che peraltro hanno confini labili e spesso sovrapponibili. Negli ultimi mesi Verona è stata raccontata anche dai giornali internazionali come una specie di laboratorio della saldatura tra destra, estrema destra e mondo cattolico più conservatore.
Negli ultimi mesi Verona si è distinta per varie questioni: lo scorso febbraio è stato accolto dal sindaco nella piazza principale della città il “Bus per la Libertà”, cioè un pullman con la scritta “Non confondete l’identità sessuale dei bambini”; è stato organizzato il primo “Festival per la Vita” da un’organizzazione che si chiama Pro Vita e che ha diversi legami con Forza Nuova; è stato annullato un convegno universitario sui migranti LGBTQI dopo le proteste dell’estrema destra; un consigliere comunale di maggioranza, Andrea Bacciga, ha fatto il saluto fascista in aula; è stata approvata una mozione, firmata dal sindaco Federico Sboarina, per finanziare progetti e associazioni esplicitamente legati al Movimento per la Vita, anti-abortista. La mozione di Verona è stata poi ripresa e presentata anche a Milano, Roma, Alessandria, Sestri Levante (in provincia di Genova) e Ferrara. In un paese nella provincia di Verona, Zevio, la mozione è stata anche approvata.
Contro l’approvazione della mozione, lo scorso 13 ottobre a Verona si è svolta una manifestazione nazionale che ha portato in città più di 5 mila persone. Come esplicita reazione a quella manifestazione, il 24 novembre, per «le stesse strade» e per «le stesse piazze» si svolgeranno due iniziative di estrema destra strettamente legate tra loro.
Sabato 24 novembre in un hotel del centro si svolgerà un convegno “internazionale” promosso da Forza Nuova a cui parteciperanno diversi movimenti di estrema destra, anche europei. Ci saranno Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, e Fabio Tuiach, consigliere comunale di Trieste secondo il quale i femminicidi sono «un’invenzione della sinistra». Doveva essere presente anche László Toroczkai, sindaco di Asothalom, comune ungherese al confine con la Serbia, e leader onorario di organizzazioni estremiste e paramilitari molto violente, che ha istituito un corpo di poliziotti definiti “cacciatori di migranti”. Al suo posto ci sarà invece Marian Kotleba del Partito Popolare Nostra Slovacchia, una formazione sovranista di estrema destra: si fa chiamare “il duce”, si presenta in pubblico spesso vestito con un’uniforme militare, definisce i Rom dei parassiti, ha organizzato una milizia anti-rom, nei suoi discorsi esalta la Slovacchia fascista e l’espulsione degli ebrei, utilizza la simbologia neonazista e che si richiama al Ku Klux Klan. La procura speciale della Slovacchia – che lo ha accusato di promuovere la repressione dei diritti e delle libertà fondamentali – sostiene che abbia «espresso simpatia per l’ideologia razzista e nazista che ha come obiettivo la soppressione dei diritti e delle libertà fondamentali e la promozione dell’odio razzista ed etnico».
Al centro del convegno di Forza Nuova, come ha spiegato Pietro Amedeo, segretario provinciale di Forza Nuova, ci sarà l’aborto: «Il vento cristiano patriottico e rivoluzionario è entrato definitivamente in Italia e Forza Nuova spinge con forza affinché vi siano cambiamenti legislativi per eliminare l’aborto e iniziare una grande crescita demografica in Italia».
Il 24 novembre, sempre a Verona, il Comitato No 194 ha annunciato un corteo. Il Comitato, come si dice nel manifesto, non vuole solo denunciare «il fenomeno dell’aborto» o portare avanti una «mera critica culturale» alla legge 194, «ma è diretta all’abrogazione di tale legge per via referendaria». Il Comitato ha un posizionamento politico ben preciso: nel sito dichiara che «sul piano storico e oggettivo, nessuna dittatura fascista ha mai legalizzato l’aborto volontario (né in Italia, né in Spagna, né in Cile, né altrove)» e che l’MSI ha votato contro la 194 nel 1978».
Il disegno di legge sostenuto dal Comitato chiede l’abrogazione della legge 194 e, di fatto, di rendere l’interruzione di gravidanza illegale in quasi tutte le circostanze, tranne nel caso in cui sia a rischio la vita della donna (quindi non in caso di stupro o incesto e nemmeno quando c’è una grave anomalia fetale). L’aborto sarebbe permesso solo «nel caso di grave pericolo per la vita della donna (…) grave pericolo attuale e non altrimenti evitabile che deve essere accertato e rigorosamente documentato da una commissione composta da tre medici, nessuno dei quali dipendente o collaboratore della struttura sanitaria scelta dalla donna per l’eventuale interruzione di gravidanza, ed escludendo dall’accertamento qualsiasi analisi inerente un ipotetico suicidio della stessa». Si precisa però che, «come ovvio, la donna è libera di decidere di sacrificare la propria Vita per far nascere suo figlio, un atto di eroismo che, in quanto tale, non può però essere imposto per legge». La legge è simile a quelle attualmente in vigore in Venezuela, Afghanistan, Birmania e Irlanda, tra gli altri.
Il disegno di legge punirebbe poi con il carcere da 3 a 5 anni chiunque «produca, importi, detenga, distribuisca o commercializzi qualsivoglia sostanza che produca effetti abortivi a partire dal momento stesso del concepimento»; punirebbe con la reclusione da 8 a 12 anni chi «determini volontariamente un aborto, sia materialmente sia mediante agevolazione o istigazione» o chi provochi l’interruzione della gravidanza «con azioni dirette a provocare lesioni» (se la donna però partorisce e le lesioni accelerano semplicemente il parto, la pena è diminuita della metà). Ci sarebbe una pena da 8 a 12 anni anche per chi si procura o accetta di subire un aborto.
Al corteo del Comitato No194 ha aderito anche Forza Nuova, secondo cui la manifestazione sarà una risposta alla questura di Milano che lo scorso 13 ottobre ritirò l’autorizzazione per un corteo contro la legge 194 di Forza Nuova e del Comitato No194; e che sarà, soprattutto, una risposta alla manifestazione di Verona contro le mozioni anti-abortiste. Si dice che «Verona, autentico avamposto e città d’avanguardia che da sempre respinge i numerosi e insidiosi attacchi di chi vorrebbe distruggere pezzo dopo pezzo i valori della tradizione millenaria e cristiana, si presenta come la “Vandea d’Europa” e si candida per il prossimo futuro ad essere un laboratorio autenticamente rivoluzionario, per combattere i nemici dell’Europa dei Popoli, le leggi liberticide e contro la famiglia e la vita».
Nelle ultime ore un altro movimento di estrema destra, il Veneto Fronte Skinheads, i cui esponenti sono stati in passato perseguiti e condannati per vari episodi di violenza e per reati legati alla legge Mancino, si è a sua volta attivato in vista della manifestazione. Il 20 novembre è stato aperto un loro striscione fuori da una scuola del centro, con la scritta “L’aborto non è un contraccettivo”, e sono state attaccate decine di adesivi fuori dal consultorio Aied di Verona che, da oltre quarant’anni, si occupa di servizi ginecologici e ostetrici alle donne, consulenza psicologica e legale e contraccezione d’emergenza.
Il consultorio Aied nel marzo del 2017 era stato escluso – con il sostegno del sindaco Federico Sboarina – dalla Consulta della Famiglia del comune, un organo consultivo della giunta sui temi che riguardano le famiglie. «L’impostazione culturale sulle politiche familiari di Aied non corrisponde ai valori della famiglia e del rispetto della vita che caratterizzano la mia amministrazione (…) e che prevedono la difesa della vita di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale», aveva detto il sindaco. Aied aveva presentato ricorso al Tar, il Tar aveva giudicato inammissibile l’esclusione per motivi ideologici e a settembre l’Aied era stato riammesso alla Consulta.
In vista della manifestazione di Forza Nuova-Comitato No194 di sabato, oltre 120 cittadine e cittadini e più di 30 associazioni hanno scritto una lettera al prefetto e alla questora di Verona chiedendo di non autorizzare un corteo «di chiara marca fascista». “One Bridge To Idomeni”, organizzazione no-profit che lavora da due anni sulla rotta balcanica con le emergenze umanitarie delle persone migranti, ha chiesto a sua volta la revoca del convegno di Forza Nuova soprattutto a causa dell’annunciata presenza di László Toroczkai, giudicata «inammissibile in quanto incompatibile con i valori di libertà e difesa dei diritti umani». Dopo qualche ora il volantino con la presenza di László Toroczkai è stato sostituito senza spiegazione: al suo posto ci sarà lo slovacco Kotleba.
Verona si conferma insomma molto accogliente verso le formazioni dell’estrema destra e dell’integralismo cattolico. La città, tra le altre cose, è stata scelta per essere la sede del prossimo World Congress of Families (WCF), organizzazione nata negli Stati Uniti che raccoglie esponenti di partiti politici e organizzazioni che vogliono difendere la famiglia naturale, e che si oppongono alle leggi sul matrimonio omosessuale e all’aborto. L’edizione del 2018 si è da poco conclusa a Chisinau, in Moldavia: era presente l’ex deputato Claudio D’Amico (che ha curato in particolare i rapporti tra la Lega Nord e il partito Russia Unita di Vladimir Putin, e che oggi è nello staff di Matteo Salvini). Dal palco del congresso in Moldavia è stato anche letto un messaggio di Salvini: «In questi tempi di aggressione distruttiva e irrazionale ai valori fondanti delle nostre culture, i vostri sforzi per proteggere la famiglia naturale sono un elemento vitale per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità, sono estremamente necessari e da apprezzare».
Alla fine dell’ultima giornata a Chisinau è stato lanciato il Congresso del 2019, che si terrà a Verona «grazie anche al sostegno del vicepremier Salvini, del ministro della Famiglia Fontana e del sindaco». Il congresso si svolgerà dal 29 al 31 marzo 2019 e sarà organizzato da tre associazioni promotrici del Family Day con la guida di Brian Brown, presidente di WCF. Brian Brown, accompagnato dal senatore leghista Simone Pillon – che ha presentato un disegno di legge molto contestato sulla riforma del diritto di famiglia – ha incontrato lo scorso 4 ottobre a Roma sia Matteo Salvini che Lorenzo Fontana: «Da Verona», hanno detto, «partirà la controrivoluzione del buonsenso e della ragione».
Gli eroi sono coloro che accendono la speranza nel mondo! ✨#WCFVerona dal 29 al 31 marzo 2019 pic.twitter.com/TPuDCJqZuL
— Congresso Mondiale delle Famiglie (@wcfverona) November 15, 2018