La Spagna ha minacciato di votare “no” all’accordo su Brexit a causa di Gibilterra
Il governo spagnolo ha minacciato di votare “no” all’accordo su Brexit raggiunto da Regno Unito e Unione Europea se non sarà modificato un articolo del trattato che riguarda Gibilterra, il territorio britannico che si trova nel sud della Spagna. Il governo spagnolo protesta contro l’articolo 184 dell’accordo su Brexit, in cui viene stabilito che Regno Unito ed Unione Europea “raggiungeranno rapidamente un accordo che regoli le loro relazioni” nel periodo che andrà dall’uscita ufficiale dall’Unione Europea, il prossimo 29 marzo, fino alla fine del “periodo di transizione”, che terminerà a dicembre 2020. Il governo spagnolo vuole che il testo venga cambiato e che venga specificato che il futuro status di Gibilterra sarà determinato in seguito a una trattativa bilaterale tra Regno Unito e Spagna, e non da una trattativa tra Regno Unito ed Unione Europea.
Negli ultimi due anni, infatti, il governo spagnolo ha spesso trattato direttamente con quello britannico per determinare il futuro della piccola penisola di Gibilterra, ceduta dalla Spagna nel 1713. Secondo il governo spagnolo, l’attuale formulazione del trattato potrebbe tagliare fuori la Spagna da future trattative, che sarebbero invece portate avanti dai negoziatori europei. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha detto che quella di avere l’ultima parola su Gibilterra è una condizione irrinunciabile per avere l’approvazione del trattato da parte del suo governo.
L’accordo su Brexit è stato raggiunto la scorsa settimana tra negoziatori britannici ed europei ma il suo cammino è ancora lungo prima di entrare in vigore. Dovrà essere approvato dal Parlamento britannico, un passaggio al momento ritenuto particolarmente difficile. Successivamente dovrà essere approvato dal Consiglio dell’Unione Europea, dove la Spagna ha minacciato di votare contro, e infine dal Parlamento Europeo. Per accontentare le richieste spagnole, il governo di Theresa May, che si trova già in grosse difficoltà, dovrebbe riuscire a modificare l’accordo nei prossimi giorni prima di sottoporlo all’approvazione del Parlamento nei primi giorni di dicembre.