Un'iniziativa prova da anni a creare una simulazione al computer perfetta di uno degli animali più semplici e studiati che ci siano: potrebbe aprirci la mente

Forse la cosa più difficile al mondo da fare con un verme

È uno degli effetti dell'intossicazione da acido domoico: due persone sono state attaccate

Un’alga ha reso più aggressivi i leoni marini della California

L'annuncio della nascita di tre lupi modificati geneticamente sta suscitando grande interesse e qualche incomprensione

Non hanno davvero de-estinto i metalupi

Le probabilità ora sono quasi zero, ma in compenso sono leggermente aumentate quelle che colpisca la Luna

Vi ricordate l’asteroide che avrebbe potuto colpire la Terra nel 2032?

Gli ultimi progressi stanno avvicinando gli impianti cerebrali all'obiettivo di avere conversazioni in tempo reale con chi non riesce più a parlare

Leggere la mente con un computer

Perché chi si occupa di abbatterle, e ridurre così i danni che provocano, viene ostacolato, minacciato e insultato

A Ferrara limitare la diffusione delle nutrie è un lavoro faticoso e un po’ pericoloso

In Europa e Asia centrale i contagi sono raddoppiati in un anno, con grandi rischi per la salute non solo dei bambini

Non c’erano così tanti casi di morbillo dal 1997

Un piccolo studio ancora da verificare ha generato una serie di articoli allarmati

Cos’è questa storia delle microplastiche nei chewing gum

Tra demografi si discute di un nuovo studio che ipotizza che i conteggi della popolazione mondiale sottostimino di molto la quantità di persone nelle aree rurali

E se fossimo molti di più?

L'inquinamento luminoso l'ha resa invisibile nella Pianura Padana e in generale al 60 per cento degli europei, ed è un problema

Un terzo dell’umanità non vede più la Via Lattea :(

Tra i risultati del motore di ricerca c'è una nuova sezione in evidenza, che - avete indovinato - usa sistemi di intelligenza artificiale

Cos’è questo “AI Overview” che vi appare su Google

Foreign Policy spiega le cinque cose che non sappiamo sul mese sacro del calendario islamico

Le cose che non sappiamo del Ramadan

<p>Secondo i dati dell&#8217;International Coffee Organization, nel 2016 in Italia <a href="http://www.ico.org/documents/cy2016-17/icc-120-6e-profile-italy.pdf">abbiamo consumato</a> 5,8 chili di caffè a testa, con una media di 3,1 tazzine al giorno. Circa l&#8217;87 per cento di chi lo beve lo fa a casa, il 73 per cento lo prende anche in uno dei 150 mila bar presenti in Italia. Anche senza questi dati conosciamo bene la centralità della cultura del caffè in Italia, ma pochi saprebbero far risalire i chicchi abbrustoliti e profumati alla pianta da cui sono stati raccolti: che è quella, ormai l&#8217;avete capito, che vedete nella foto, con le bacche verdi o di un rosso brillante.</p>

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<p>La ragione si deve in parte al fatto che l&#8217;Italia non coltiva caffè ma lo importa quasi interamente dai principali produttori, come Brasile, Vietnam, India, Uganda, Indonesia e Colombia. L&#8217;Italia è infatti il terzo importatore al mondo di caffè verde, cioè crudo, che viene poi tostato in una delle 700 torrefazioni del paese, venduto sul mercato interno o esportato. La lavorazione del caffè inizia da paesi lontani, richiede tempo e tecniche accurate, e giustifica l&#8217;euro che lasciate sul bancone del bar andandovene, chiedendovi perché quei due rapidi sorsi costino così cari.</p>
<div id="attachment_2043122" class="wp-caption aligncenter" ><img loading="lazy" class="size-full wp-image-2043122" src="https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_5.jpg" alt="" width="980" height="651" srcset="https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_5.jpg 980w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_5-400x266.jpg 400w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_5-768x510.jpg 768w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_5-680x452.jpg 680w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_5-800x531.jpg 800w" sizes="(max-width: 980px) 100vw, 980px" /><p class="wp-caption-text"style="--width: 100%">Bacche di caffè e chicchi tostati nella torrefazione Hacienda San Alberto, a Buenavista, in Colombia (Sergi Reboredo/picture-alliance/dpa/AP Images)</p></div>
<p>Sui rami della pianta del caffè spuntano in pochi giorni foglie, fiori e piccole bacche tondeggianti, che richiedono invece molto tempo per maturare, passando da un colore verde, al giallo, al rosso brillante: si parla di sei-otto mesi per la qualità Arabica e tra i nove e gli undici per quella Robusta. A quel punto possono essere raccolte: per le varietà meno pregiate avviene meccanicamente o con il metodo detto <em>stripping</em>, passando cioè una mano sul ramo e trascinando via bacche, foglie e fiori; per quelle più pregiate si usa invece il <em>picking</em>, con il raccoglitore che sceglie ogni singola bacca. Il frutto del caffè si chiama drupa e ha al suo interno due chicchi avvolti da una polpa dolce e biancastra e poi da due pellicole, una più dura detta pergamino e una più sottile, detta membrana argentea.</p>
<p>Una volta raccolte, le drupe vengono fatte seccare. Quelle delle qualità più comuni vengono lasciate al sole e rimestate finché sono completamente essiccate; vengono quindi frantumate per estrarne i semi.. Le drupe pregiate vengono messe in enormi vasi d&#8217;acqua dove i chicchi vengono liberati dal guscio e lasciati a fermentare tra le 12 e le 48 ore, quindi lavati, essiccati al sole e ulteriormente selezionati. Per smistarli si usa il crivello, una lastra con fori dalle dimensioni standardizzate che ne classificano la qualità. Il caffè così ottenuto è detto verde e viene solitamente esportato nei paesi in cui verrà tostato, come appunto l&#8217;Italia.</p>
<div id="attachment_2043121" class="wp-caption aligncenter" ><img loading="lazy" class="size-full wp-image-2043121" src="https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_4.jpg" alt="" width="980" height="651" srcset="https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_4.jpg 980w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_4-400x266.jpg 400w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_4-768x510.jpg 768w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_4-680x452.jpg 680w, https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/11/caffe_4-800x531.jpg 800w" sizes="(max-width: 980px) 100vw, 980px" /><p class="wp-caption-text"style="--width: 100%">Chicchi di caffè tostati nella torrefazione Hacienda San Alberto a Buenavista, in Colombia (Sergi Reboredo/picture-alliance/dpa/AP Images)</p></div>
<p>Arrivati in torrefazione i chicchi sono inseriti nella tostatrice per 10-20 minuti a 200-250 gradi, a seconda del risultato che si vuole ottenere. Qui, grazie al calore e a reazioni come quella di Maillard (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Reazione_di_Maillard">quella famosa per la carne</a>), i chicchi perdono il 15-20 per cento del loro peso, aumentano di volume e diventano scuri per la carbonizzazione della cellulosa e la caramellizzazione degli zuccheri: in breve, da insapori acquistano tutte le sfumature di gusto che conosciamo. Il resto lo sapete, dai.</p>

Scienza

caffè

cibo

Pensateci un momento, prima di scorrere in giù. (JOAQUIN SARMIENTO/AFP/Getty Images)

COLOMBIA-COFFEE-ECONOMY

<p>Una pianta di caffè nella riserva di Uyuca a Tegucigalpa, nelle Honduras, 2017<br />
(ORLANDO SIERRA/AFP/Getty Images)</p>


caffe

<p>Una pianta di caffè in una piantagione a Ciudad Bolivar, in Colombia, 18 ottobre 2017<br />
(JOAQUIN SARMIENTO/AFP/Getty Images)</p>


<p>Una pianta di caffè infestata da un fungo (come si vede dalle chiazze giallastre delle foglie) in una fattoria a Heredia, in Costa Rica, nel 2015<br />
(EZEQUIEL BECERRA/AFP/Getty Images)</p>


<p>Una pianta di caffè in una piantagione a Caracas, Venezuela, nel 2018<br />
(AP Photo/Fernando Llano)</p>


<p>Bacche di caffè coltivate sull'isola di Atiu, in Polinesia<br />
(Sergi Reboredo/picture-alliance/dpa/AP)</p>


Ci cibiamo dei suoi frutti ogni giorno, ma quasi nessuno sa cosa sia

Sapete riconoscere questa pianta?

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Sapete riconoscere questa pianta?

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