In Canada c’è troppo poca marijuana
La legalizzazione ha mostrato che la domanda è più alta dell'offerta, e quindi ci sono un po' di problemi logistici
La legge che in Canada ha legalizzato l’uso della marijuana a scopo ricreativo è entrata in vigore lo scorso 17 ottobre, ma a circa un mese dall’inizio delle vendite le forniture sono già in esaurimento. BBC ha intervistato un rivenditore, James Burns, che sta pensando di limitare le ore di apertura dei suoi negozi: «Se il magazzino del governo è vuoto, è vuoto. Non c’è niente che si possa fare». Un altro, Thomas Clarke, ha detto che il primo giorno ha venduto tutto e che è rimasto senza scorte per quasi una settimana. Altri ancora hanno dovuto chiudere i loro negozi, e sempre per mancanza di un’offerta adeguata.
Un rapporto pubblicato all’inizio di ottobre dal CD Howe Institute, un’organizzazione indipendente con sede a Toronto, aveva previsto che l’offerta legale di marijuana avrebbe coperto circa il 30-60 per cento della domanda totale, nei primi mesi della legalizzazione. Health Canada, il dipartimento del governo che si occupa di salute pubblica e concede le licenze ai produttori di cannabis, ha scritto in una nota di aver lavorato moltissimo, nei mesi precedenti all’entrata in vigore della legge, per aumentare il numero di fornitori legali. Ma ha anche chiesto a tutti di avere pazienza. «È importante sottolineare che il 17 ottobre ha segnato la fine di quasi un secolo di proibizionismo e il lancio di un settore regolamentato completamente nuovo, nel nostro paese. Come per ogni nuova industria in cui vi è una forte domanda da parte dei consumatori, prevediamo che potrebbero esserci periodi in cui le scorte di alcuni prodotti saranno in esaurimento o, in alcuni casi, esaurite». Poiché la marijuana è stata illegale per così tanto tempo, il governo non ha poi avuto un parametro di riferimento affidabile per sapere quali prodotti sarebbero stati più richiesti e per poter stimare il livello della domanda. Health Canada ha comunque fatto sapere che i produttori, finora, hanno spedito più di 14.500 chili di cannabis essiccata e circa 370 litri di olio di cannabis.
Questa situazione potrebbe ovviamente spingere i consumatori a rivolgersi, di nuovo, al mercato nero: e sembra che stia già accadendo. A Montréal, ha scritto il New York Times, diversi fumatori hanno detto che i loro fornitori illegali stavano approfittando della scarsità del prodotto legale, offrendo servizi di consegna a domicilio e abbassando i prezzi.
Questa difficile fase di avvio era stata comunque prevista e anche il fatto che la sostituzione dei fornitori illegali avrebbe richiesto del tempo e non sarebbe essere immediata. Uno dei maggiori produttori del paese, Aphria, ha fatto sapere che la loro società ha dovuto affrontare dei ritardi burocratici causati da una modifica introdotta all’ultimo momento sui requisiti di etichettatura, ma che, soprattutto, c’è stata una richiesta più elevata del previsto: il problema si risolverà, ha fatto sapere l’amministratore delegato Vic Neufeld, quando la domanda dei consumatori sarà compresa meglio. Qualche produttore ha infine citato la mancanza di manodopera locale qualificata che ha messo in crisi la raccolta.
Mandesh Dosanjh, amministratore delegato di Pure Sunfarms, un altro grosso produttore, ha aggiunto che le carenze non erano sorprendenti dato che i produttori si sono trovati a dover coltivare su larga scala, a creare nuove catene di approvvigionamento in diverse province e a dover fare fronte a ispezioni rigorose e dispendiose in termini di tempo da parte dell’Health Canada. Ma ha anche spiegato che sono in attesa di diverse approvazioni che consentiranno presto di «muoversi più velocemente, di essere più agili ed efficienti». Mathieu Gaudreault, portavoce dell’agenzia di cannabis del Quebec, ha detto che la domanda ha superato l’offerta e che i produttori autorizzati hanno sovrastimato la loro capacità.
La nuova legge approvata in Canada permette ai maggiori di 18 anni di possedere fino a 30 grammi di marijuana e di coltivare 4 piante, di qualsiasi dimensione. Con qualche differenza tra provincia e provincia. L’Angus Reid Institute, una fondazione di ricerca senza scopo di lucro, ha pubblicato di recente un sondaggio in cui si dice che dal momento della legalizzazione un canadese su otto ha fatto uso di cannabis.