La protesta dei “gilè gialli”, in Francia
Sono in corso centinaia di manifestazioni per bloccare le strade contro l'aumento del prezzo della benzina e una donna che protestava è morta investita
In tutta la Francia oggi si stanno svolgendo più di mille manifestazioni di protesta contro i rincari del prezzo della benzina, di cui solo una autorizzata. I manifestanti fanno parte di un movimento apartitico e stanno bloccando quante più strade sarà possibile, indossando dei gilè gialli: per questo li chiamano, in francese, i gilets jaunes. Ci sono già stati dei problemi per via di questa forma di protesta: in Savoia, nel sud-est del paese, una manifestante è morta dopo che una donna che stava portando sua figlia da un medico in auto si è trovata bloccata dai manifestanti ed è andata contro di loro. In altre parti della Francia ci sono stati casi di persone ferite: sono 47 in tutto di cui tre gravi. Diciassette persone sono state arrestate.
I gilè gialli sono gli indumenti che per la legge francese – così come per quella italiana – vanno indossati da chi, fuori dai centri abitati, scende dal veicolo ma resta in strada (ad esempio se la macchina ha una gomma forata). In Italia la legge li chiama giubbotti retro-riflettenti. L’idea alla base della protesta è che ogni autista ne ha uno in macchina, e dovrà indossarlo nel tentare di bloccare le strade del paese.
Il movimento dei gilè gialli non ha un’organizzazione formale o un leader riconosciuto: i comunicati parlano genericamente di una protesta «del popolo francese». Le principali informazioni vengono date su Facebook, dove la pagina principale del movimento è seguita da circa 25mila persone. A dare il via alla protesta sono stati però i video di Jacline Mourad, una donna bretone che – secondo quanto scritto da France24 – è una suonatrice di fisarmonica con un passato da chiaroveggente, «che offre sessioni spirituali che hanno a che fare con l’ectoplasma, una sostanza di cui non è stata provata l’esistenza». France24 ha scritto anche che Mourad «una volta ha espresso preoccupazione per le cosiddette “scie chimiche”».
In uno dei video Mourad dice, rivolta al presidente francese Emmanuel Macron: «Quando finirà questo assalto agli automobilisti, che hai iniziato da quando sei in carica?».
Il movimento dei gilè gialli protesta contro quelle che vengono definite le «politiche anti-auto» volute dal governo Macron. Oltre all’aumento della benzina e del gasolio, il governo si è infatti mosso per abbassare i limiti di velocità, aumentare i dispositivi per i controllarne il rispetto e introdurre incentivi per le auto elettriche o ibride.
Dopo un anno in cui il prezzo del gasolio è salito del 23 per cento e quello della benzina del 15 per cento, il governo francese ha deciso di mettere dal gennaio 2019 ulteriori tasse che faranno aumentare il prezzo del gasolio di 6,5 centesimi al litro e quello della benzina di 2,9. Il governo ha motivato gli incrementi dicendo che sono parte di una «transizione ecologica» e Macron ha detto: «Preferisco tassare la benzina che il lavoro. Le persone che si lamentano perché la benzina costa di più sono le stesse che si lamentano dell’inquinamento». Chi critica Macron per queste scelte e frasi lo descrive come un presidente delle élite, lontano dai veri problemi del popolo. Secondo un sondaggio di Elabe citato dal Guardian, il 73 per cento dei francesi intervistati si è detto a favore della protesta.
In settimana il governo francese ha comunque annunciato l’intenzione di aumentare gli incentivi nei confronti delle famiglie più povere intenzionate a cambiare auto per sceglierne una meno inquinante.