Cartoline sovietiche brutaliste
Piccoli manifesti di propaganda per celebrare il successo del sistema comunista, raccolti nel libro "Brutal Bloc Postcards"
Hotel brutalisti, torri televisive futuriste e blocchi di cemento costruiti tra gli anni Sessanta e Ottanta sono i soggetti di molte cartoline dell’era sovietica: venivano pubblicate dai governi delle varie repubbliche per dare un’immagine positiva di sé ed erano simili a piccoli manifesti di propaganda per celebrare il successo del sistema comunista, come ha scritto The Calvert Journal. Una selezione è raccolta nel libro Brutal Bloc Postcards, pubblicato da FUEL.
Le immagini mostrano persone a passeggio e studenti a lezione d’arte, ma soprattutto edifici brutalisti, cioè di quel movimento architettonico degli anni Cinquanta-Settanta che in reazione alla leggerezza e alle frivolezze dell’Art Nouveau prediligeva l’uso del cemento grezzo a vista, le costruzioni modulari e una funzionalità sobria e impersonale. Oggi gli edifici brutalisti sono spesso ritenuti brutti e opprimenti, privi di grazia e bellezza, ma hanno una loro nicchia di estimatori e sono spesso al centro di molti progetti fotografici. E come fa notare la rivista Another, negli anni ’60, ’70 e ’80 queste costruzioni brutaliste erano “ostentate come simboli di un ottimistico impero sovietico”.
Nel libro, tra un’immagine e l’altra, sono inserite citazioni di politici e personaggi dell’epoca, tra cui una del presidente russo Vladimir Putin – «Chi non rimpiange la fine dell’Unione Sovietica non ha cuore. Chi la vorrebbe ripristinare non ha cervello» – o dell’ingegnere e militare russo Mikhail Kalashnikov, che inventò il fucile d’assalto AK-47 – «Preferirei aver inventato una macchina che la gente potesse usare e aiutasse gli agricoltori con il loro lavoro, ad esempio un tosaerba».
Come spiega la presentazione del libro:
In contrasto con le fotografie di un impero sovietico in rovina e abbandonato che siamo abituati a vedere oggi, le scene qui rappresentate pubblicizzano il brillante futuro del comunismo: blocchi di alloggi sociali, palazzi di cultura e monumenti al cameratismo. Risalenti dagli anni Sessanta agli Ottanta, offrono una visione nostalgica e rivelatrice dei valori sociali e architettonici dell’epoca, fungendo da finestra attraverso la quale possiamo esaminare auto, persone e, naturalmente, edifici. Queste cartoline sono allo stesso tempo sinistre, divertenti, commoventi e surreali.