Telefonare in Europa costerà al massimo 19 centesimi al minuto
Una nuova normativa, appendice di quella sul roaming, è stata approvata stamattina dal Parlamento Europeo ed entrerà in vigore fra qualche mese
Stamattina il Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria ha approvato a larga maggioranza la direttiva che istituisce il nuovo Codice europeo per le comunicazioni elettroniche. Grazie a questa direttiva, tutte le chiamate, sia da fisso che da mobile, tra paesi dell’Unione Europea costeranno al massimo 19 centesimi di euro al minuto. Gli SMS dovranno costare al massimo 6 centesimi. A questa cifra dovrà essere applicata l’IVA, che per quanto riguarda l’Italia significa una maggiorazione del 22 per cento. Oggi il costo al minuto per una chiamata verso un altro stato dell’Unione varia da 5 a 80 centesimi.
La direttiva sarà ratificata nelle prossime settimane dal Consiglio dell’UE, che l’aveva già approvata: entrerà in vigore il 15 maggio 2019. «Chiunque si sentirà libero di chiamare a casa in qualunque paese dell’Unione Europea si trovi», ha spiegato Dita Charanzová, eurodeputata della Repubblica Ceca che ha collaborato alla stesura del testo.
La legislazione sulle comunicazioni elettroniche attualmente in vigore risale al 2009, ma da allora il mondo delle telecomunicazioni ha subito cambiamenti radicali. Il nuovo Codice è stato pensato per adeguare le regole europee nel settore – per esempio obbligando i servizi di messaggistica a fornire un sistema di crittografia end-to-end, che cioè rende visibili i messaggi solo a mittente e ricevente – e in parte per proteggere meglio i consumatori. Per esempio, la nuova direttiva renderà ancora più semplice cambiare operatore o ricevere una compensazione in caso di disagi.
Il testo della direttiva non contiene il valore del costo massimo per chiamate ed SMS. La relatrice della proposta, la spagnola Pilar Del Castillo Vera, rispondendo a una domanda del Post ha detto che il tetto di 19 centesimi al minuto per le telefonate tra paesi UE, per esempio, è una cifra concordata a livello tecnico che verrà inserita nelle normative che verranno applicate nei singoli stati nazionali. Dalla data di entrata in vigore della direttiva gli stati dell’Unione Europea avranno due anni di tempo per inserire il nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche all’interno della legislazione nazionale.
Patrizia Toia, una parlamentare europea del Partito Democratico che si è occupata spesso di telecomunicazioni, ha spiegato che la direttiva approvata oggi è solo il primo passo verso l’abolizione definitiva dei costi aggiuntivi per chiamare in tutta Europa: «anche col roaming abbiamo fatto così. Prima abbiamo imposto un massimale: è il modo per “tagliare le unghie” agli operatori e iniziare un discorso di abbattimento. È il primo passo per dire, attenzione: non si può lucrare sulle chiamate internazionali [all’interno dell’UE]», che al momento per le aziende europee non comportano costi aggiuntivi.
Come spiega Toia, la direttiva approvata oggi completa il “pacchetto roaming”, cioè il provvedimento che nel giugno del 2017 aveva portato all’abolizione dei costi aggiuntivi per chi dall’estero usava il proprio telefono cellulare per chiamate, SMS e internet. Fra le altre misure, include anche un servizio di allarme obbligatorio del 112 per avvisare le persone via SMS in caso di imminente e grave emergenza, come un attacco terroristico o una catastrofe naturale. La nuova direttiva prevede anche un aumento degli investimenti per portare entro il 2020 nelle città europee la rete 5G, cioè la rete di quinta generazione che permetterà una connessione più veloce, e procedure più semplici per le società che vendono servizi digitali e che intendono lavorare in tutti i paesi dell’UE.