La Toscana ha approvato una delibera per la contraccezione gratuita
I contraccettivi gratuiti saranno distribuiti a tre specifiche categorie di persone, tra cui i giovani dai 14 ai 25 anni
Lunedì 12 novembre la giunta regionale della Toscana, su proposta dell’assessora al Diritto alla salute e al Sociale Stefania Saccardi, ha approvato una delibera a favore dell’educazione alla salute sessuale e riproduttiva e per l’accesso alla contraccezione gratuita. I contraccettivi gratuiti saranno distribuiti a tre specifiche categorie di persone: i giovani dai 14 ai 25 anni, le donne tra i 26 e i 45 anni con determinati codici di esenzione o che hanno un basso reddito, le donne sotto i 45 anni che hanno scelto la contraccezione entro 12 mesi dal parto, oppure dopo un’interruzione della gravidanza e entro 24 mesi dall’intervento. Preservativi, cerotti, pillole, spermicidi, contraccezione sottocute, spirale e altri metodi saranno disponibili nei consultori, negli ambulatori ostetrico-ginecologi delle aziende sanitarie e nelle farmacie, ma dietro prescrizione medica o di un piano terapeutico annuale per alcuni metodi.
La delibera prevede anche che nei consultori e nei pronto soccorso siano garantiti i cosiddetti contraccettivi di emergenza, che lo scorso maggio non sono stati inseriti a livello ministeriale nell’elenco dei farmaci indispensabili da tenere sempre in farmacia, costringendo molte donne ad andare da una farmacia all’altra per trovare quello che cercano ed evitare una gravidanza indesiderata (la contraccezione di emergenza, come spesso viene invece ripetuto, non è un farmaco abortivo, ma un anticoncezionale e molti farmacisti fanno resistenza alla vendita come forma di obiezione di coscienza).
La delibera prevede infine: interventi nelle scuole per migliorare e potenziare i programmi di educazione alla salute sessuale per la prevenzione delle interruzioni volontarie di gravidanza e delle malattie sessualmente trasmissibili; l’avvio di campagne informative; il rafforzamento dei consultori garantendo, tra le altre cose, un orario di apertura più ampio. Nel testo della delibera si dice che i provvedimenti approvati non avranno ricadute finanziarie sul bilancio regionale, che le Aziende sanitarie della Toscana «dovranno provvedere all’attuazione di quanto disposto» e che «gli eventuali oneri aggiuntivi derivanti dall’attuazione della presente deliberazione, dovranno essere riassorbiti nei bilanci delle Aziende sanitarie attraverso la razionalizzazione della spesa sanitaria corrente». L’iniziativa della Toscana sulla contraccezione gratuita è simile a quella già avviata in Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte.
Ora lavoriamo per potenziare l'educazione sessuale nelle scuole, i consultori e le campagne informative su una #sessualità sana e consapevole. Con l'obiettivo di raggiungere tutti i giovani nei luoghi di vita e formazione. Per una #Toscana dove la salute sessuale è al primo posto
— Enrico Rossi (@rossipresidente) November 13, 2018
In Italia la contraccezione gratuita e accessibile sarebbe prevista dalla legge. La numero 405 del 1975, che istituisce i consultori, ricorda all’articolo 1 che i consultori hanno tra i loro obiettivi anche quello di fornire i mezzi necessari a una procreazione responsabile. Più avanti, all’articolo 4, la legge dice esplicitamente che «l’onere delle prescrizioni di prodotti farmaceutici va a carico dell’ente o del servizio cui compete l’assistenza sanitaria» e che «le altre prestazioni previste dal servizio istituito con la presente legge sono gratuite per tutti i cittadini italiani e per gli stranieri residenti o che soggiornino, anche temporaneamente, su territorio italiano». La legge 194 del 1978, che ha salvato le donne dall’aborto clandestino, all’articolo 2 in cui parla di consultori sulla basa della legge prima citata, la 405, estende «la somministrazione su prescrizione medica, nelle strutture sanitarie e nei consultori, dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile» anche ai minori. La contraccezione gratuita e accessibile non è però garantita in Italia, non è regolamentata da una legge nazionale specifica e spesso dipende dalla buona volontà di regioni, Asl, ospedali o consultori.
La decisione della regione Toscana, come si spiega nel comunicato della regione, è stata presa anche sulla base di una serie di dati e necessità: in Toscana, si dice, «la trasmissione sessuale è responsabile del 75,6 per cento dei nuovi casi adulti di Aids». Da uno studio dell’Agenzia regionale di sanità (Ars), inoltre, emerge che l’uso del preservativo è in calo ed è percepito quasi esclusivamente a scopo contraccettivo: tra i metodi anticoncezionali, il preservativo è invece l’unico e solo sistema che protegge da malattie a trasmissione sessuale. Per quanto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza, i dati dell’Ars relativi al 2017 dicono che gli aborti nella regione sono diminuiti rispetto al 2016 (meno 4,8 per cento) e anche tra le minorenni (erano il 3 per cento nel 2000 sono il 2,4 per cento nel 2017).