Il video di Rocco Casalino a “Che tempo che fa”
Si è scusato per le sue parole su "vecchi" e "ragazzi down" e ha difeso gli attacchi degli ultimi giorni del M5S contro i giornalisti
Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio e capo della comunicazione del Movimento 5 Stelle, è intervenuto domenica sera a “Che tempo che fa”, su Rai Uno. È stata un’intervista molto rara: Casalino non andava in televisione da moltissimi anni (il giorno prima c’era una sua intervista sul Corriere della Sera, anche quella la prima da molti anni). Casalino ha voluto parlare del video del 2004, riemerso in questi giorni, in cui lo si vede dire che “vecchi” e “ragazzi down” gli fanno “schifo” (qui trovate l’intervista completa). Il conduttore Fabio Fazio gli ha chiesto conto di quelle parole e Casalino ha spiegato nuovamente la sua versione su quanto accaduto (dice che era una simulazione a un corso di giornalismo e che lui recitava la parte di un personaggio) e si è scusato con le persone che potrebbero essere state ferite, aggiungendo che «non mi ritrovo assolutamente in quelle parole».
Casalino ha poi raccontato la sua esperienza di emigrato italiano in Germania – nacque a Frankenthal, figlio di una coppia di operai, e tornò in Italia solo a 16 anni – e di omosessuale, dicendo che questi aspetti della sua vita lo hanno reso particolarmente sensibile a «violenza, discriminazione e bullismo». «La mia storia», ha detto Casalino, «fa fatica ad accettare che si possa discriminare, che si possano usare parole di quel tipo, che si possa fare del male a delle persone per la propria diversità o disabilità o per qualsiasi motivo, non fa parte della mia natura. Quindi per me è davvero un pugno nello stomaco anche rivedere me stesso, anche se si è trattato di una simulazione e anche se era un personaggio interpretato è altrettanto brutto rivedermi».
Dopo che Casalino aveva raccontato di come, dopo il 2004, passò dall’essere un personaggio televisivo frivolo a fare il giornalista, Fazio gli ha chiesto conto dei duri attacchi degli ultimi giorni del Movimento 5 Stelle verso i giornalisti. Fazio ha citato il leader del M5S Luigi Di Maio (che ha definito i giornalisti “infimi sciacalli”) e Alessandro Di Battista (che ha parlato invece di “puttane”), chiedendo a Casalino se condividesse quelle parole e se questi toni possano essere giustificati. Casalino ha difeso Di Maio e Di Battista, spiegando che è «diritto» di cittadini e ministri «denunciare con forza quella che da loro punto di vista è un’anomalia in questo paese, cioè un’informazione che più che informare fa probabilmente – come dire – quasi propaganda partitica, politica».