Le foto degli incendi in California, che continuano
Ci sono 29 morti nel nord dello stato, nel più grave incendio dal 1933, e molti altri focolai relativamente più piccoli
I grossi incendi della California non sono ancora stati spenti e nel fine settimana il cosiddetto Camp Fire, nel nord dello stato, è diventato quello con più morti dal 1933: sono morte 29 persone, sette all’interno delle proprie automobili. I dispersi sono più di 200. Altre due persone poi sono morte nel sud della California, colpita dal Woolsey Fire e dal più piccolo Hill Fire. Circa 250mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case. La città più colpita è Paradise, una cittadina di 26mila abitanti a nord di Sacramento: la sindaca Jody Jones ha detto che il 90 per cento delle case è bruciato. Da solo il Camp Fire ha bruciato 440 chilometri quadrati di terreno.
Tra le città evacuate c’è anche Malibu, famosa per le sue spiagge e perché ci vivono tanti attori di Hollywood e personaggi dello spettacolo: tra le migliaia di edifici distrutti dalle fiamme del Woolsey Fire ci sono anche alcune lussuose ville affacciate sull’oceano Pacifico. La polizia ha già arrestato delle persone scoperte a saccheggiare le case evacuate dai propri abitanti.
In totale, il Woolsey Fire ha bruciato 335 chilometri quadrati di terreno e distrutto almeno 177 edifici: al momento è contenuto solo per il 10 per cento. Il vicino Hill Fire invece è contenuto per il 75 per cento e ha bruciato solo 18 chilometri quadrati.
Ci vorrà ancora un po’ perché i vigili del fuoco possano contenere completamente e spegnere gli incendi perché in questi giorni sono previsti venti sempre più forti e quindi una propagazione delle fiamme. Il governatore della California Jerry Brown ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di dichiarare lo stato di disastro naturale in modo da ottenere maggiori fondi federali per contrastare gli incendi; sabato però Trump aveva minacciato di tagliare i fondi alla California proprio per via degli incendi, dicendo che si verificano per colpa della cattiva gestione statale dei boschi.