La Turchia ha condiviso le registrazioni audio sull’uccisione di Jamal Khashoggi
Erdoğan ha detto di averle consegnate all'Arabia Saudita, alla Germania, alla Francia, al Regno Unito e agli Stati Uniti
Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha detto che tutte le registrazioni audio relative alla morte di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita e opinionista del Washington Post ucciso lo scorso 2 ottobre all’interno del consolato saudita di Istanbul, sono state consegnate all’Arabia Saudita, alla Germania, alla Francia, al Regno Unito e agli Stati Uniti. Erdoğan, che ha fatto l’annuncio prima di partire per Parigi per la commemorazione del centenario della fine della Prima guerra mondiale, non ha specificato cosa ci sia nelle registrazioni.
Fin dai primi giorni delle indagini si sapeva che gli investigatori turchi avevano delle registrazioni audio dell’omicidio di Khashoggi, con ogni probabilità ottenute grazie a delle cimici nascoste nei locali del consolato. Erdoğan ha nuovamente chiesto all’Arabia Saudita di dare spiegazioni credibili sulla morte del giornalista e su cosa sia successo al suo corpo, che non è mai stato trovato e potrebbe essere stato distrutto. Secondo fonti anonime di Al Jazeera oggi la polizia turca avrebbe smesso di cercare il corpo di Khashoggi, ma non ha terminato l’indagine sulla sua uccisione. Venerdì sempre fonti anonime di Al Jazeera avevano detto che erano state trovate tracce di acido, che sarebbe stato usato per sciogliere il corpo del giornalista, nella residenza del console saudita di Istanbul.
L’Arabia Saudita ha cambiato più volte la sua versione dei fatti sulla morte di Khashoggi. Per più di due settimane aveva continuato a dire che il giornalista se ne era andato dal consolato prima di sparire, poi ha ammesso che era morto nel consolato, dicendo che era successo durante una rissa. Erdoğan aveva chiesto all’Arabia Saudita di consegnare alla Turchia i 18 uomini sospettati per la morte di Khashoggi, ma il governo saudita si è rifiutato dicendo che gli accusati saranno processati nel loro paese.