In Florida e in Georgia non sanno ancora chi ha vinto le elezioni
I margini tra i candidati – sia a governatore che al Senato – sono troppo stretti: Repubblicani e Democratici si preparano a possibili riconteggi
La notte tra martedì e mercoledì, qualche ora dopo la chiusura dei seggi delle elezioni di metà mandato, il candidato Democratico a governatore della Florida Andrew Gillum ha fatto il suo discorso per riconoscere la vittoria dell’avversario Repubblicano Ron DeSantis. I più affidabili media americani avevano già assegnato l’elezione a DeSantis, dando inizio peraltro a una serie di riflessioni sul significato della sua vittoria in quanto candidato molto vicino a Donald Trump. Tre giorni dopo, la Florida in realtà non ha ancora un governatore: il margine tra i due candidati si è assottigliato con il procedere dello scrutinio: ora è intorno allo 0,44 per cento ed è impossibile decretare formalmente un vincitore.
L’elezione per il seggio da senatore della Florida e quella per il governatore della Georgia sono nella stessa situazione, e l’Arizona potrebbe finirci presto. Nella prima, il margine tra l’ex governatore Repubblicano Rick Scott e il Democratico uscente Bill Nelson è di soli 0,18 punti percentuali: poco più di 15mila voti sugli otto milioni totali. In Georgia, dove la regolarità delle elezioni era stata messa in dubbio dai Democratici già prima delle elezioni per via delle molte restrizioni all’accesso al voto delle minoranze, il candidato Repubblicano Brian Kemp è avanti di 0,6 punti percentuali sulla Democratica Stacey Abrams, con una differenza di circa 60mila voti su quasi 4 milioni.
In Arizona, la candidata Democratica al Senato Kyrsten Sinema è in vantaggio di meno di 10mila voti, su un totale di quasi due milioni, e con ancora molte schede da scrutinare. Lo spoglio dovrà probabilmente concludersi completamente prima che venga annunciato un vincitore, e a seconda del margine tra i due candidati potrebbero esserci ricorsi.
In Florida e in Georgia, i Democratici cercheranno di ottenere il riconteggio dei voti. È probabile che lo otterranno per le due elezioni in Florida, uno stato da sempre in bilico e abituato a elezioni con vittorie di misura. Il caso più celebre è quello delle presidenziali del 2000, quando George W. Bush vinse di soli 537 voti su Al Gore, che dopo settimane di scontri e discussioni e dopo una decisione della Corte Suprema accettò il risultato. La vittoria in Florida determinò l’elezione a presidente di Bush.
Contare i voti è spesso complicato negli Stati Uniti: attualmente i funzionari stanno ancora scrutinando migliaia e migliaia di voti presentati per delega, i cosiddetti voti “provvisori” (cioè quelli sui quali sono necessari ulteriori controlli prima di essere considerati validi) e quelli degli elettori all’estero.
Ma nel frattempo i Democratici si sono già mobilitati con avvocati e cause civili per chiedere il riconteggio dei voti: in Georgia, per esempio, Kemp sostiene che manchino all’appello soltanto 25mila voti, mentre secondo Abrams sono molti di più. Con un riconteggio, sperano i Democratici, Kemp – attualmente al 50,3 per cento – potrebbe scendere sotto la soglia del 50 per cento necessaria perché la sua vittoria sia considerata valida. In quel caso, si dovrebbe procedere con un ballottaggio.
Il comitato elettorale di Abrams sta trasmettendo molte pubblicità per invitare gli elettori che hanno presentato voti provvisori a presentare i documenti necessari per confermarne la legittimità. I Democratici hanno anche presentato una causa civile per prolungare la scadenza per la presentazione dei voti per delega in una contea dello stato colpita dall’uragano Michael. Altri avvocati stanno controllando le modalità con cui sono stati respinti alcuni voti per delega, in cerca di irregolarità e qualche appiglio per un riconteggio. Qualche speranza in più per i Democratici è arrivata giovedì, quando Kemp si è infine dimesso dall’incarico di segretario di Stato della Georgia, attraverso il quale supervisionava il processo elettorale.
La legge della Florida, sia per le elezioni per il Senato che per il governatore, in caso di margine tra i candidati inferiore a 0,5 punti percentuali prevede che si svolga un riconteggio elettronico dei voti, che deve concludersi entro il 15 novembre. Se a quel punto il margine sarà inferiore a 0,25 punti percentuali, si dovrà procedere con un riconteggio manuale delle schede.
In Wisconsin, infine, il Repubblicano Scott Walker – ex candidato alle primarie presidenziali – non è stato rieletto per la terza volta governatore per l’1,2 per cento dei voti. In base a una legge approvata dallo stesso Walker l’anno scorso, però, non può chiedere un riconteggio perché il margine è superiore a un punto percentuale.