L’Università di Medicina di Tokyo ammetterà le donne che aveva ingiustamente rifiutato in passato
Lo scorso agosto l’Università di Medicina di Tokyo aveva ammesso di aver falsificato per anni, dal 2006, i risultati dei suoi test di ammissione per limitare il numero delle studentesse al 30 per cento del totale. Ora ha detto che ammetterà retroattivamente 67 donne che negli ultimi due anni avevano superato le prove ma che erano state respinte perché i loro test erano stati manipolati. Yukiko Hayashi, la presidente donna della scuola – che a settembre aveva sostituito il suo predecessore che si era dimesso – ha promesso che d’ora in poi gli esami saranno giusti e non ci saranno mai più «pratiche inappropriate». Non ha però spiegato come verranno trattati gli studenti maschi ammessi grazie all’aiuto della scuola; nel frattempo non si sa ancora quante studentesse accetteranno l’offerta, visto che nel frattempo molte potrebbero avere iniziato altri corsi di laurea.
L’Università di Medicina di Tokyo è un’università privata ed è una delle migliori scuole di medicina del Giappone. La discriminazione è stata praticata nella convinzione che le donne, una volta sposate o diventate madri, non siano più in grado di coprire i turni richiesti nel lavoro in ospedale. L’indagine interna aveva accertato che nell’ultimo test d’ingresso, a tutti i partecipanti era stato tolto il 20 per cento del punteggio ottenuto; poi ai partecipanti maschi – esclusi quelli che non avevano già passato il test per almeno quattro volte – erano stati aggiunti almeno 20 punti.