La carovana di migranti è a Città del Messico
È quella partita a metà ottobre dall'Honduras: circa 450 persone sono state accolte in uno stadio ma presto potrebbero ripartire verso gli Stati Uniti
Domenica 4 novembre, centinaia di migranti partiti in carovana dall’America centrale per raggiungere gli Stati Uniti sono arrivati a Città del Messico. Circa 450 persone sono state sistemate temporaneamente in un accampamento della capitale e ora si trovano a poco più di 800 chilometri dal più vicino punto di ingresso negli USA: «Siamo pronti ad andare negli Stati Uniti per vivere il sogno americano», ha detto a BBC Mauricio Mancilla, che ha viaggiato con suo figlio di 6 anni dall’Honduras.
Le autorità di Città del Messico hanno fatto sapere di aver preparato riserve di cibo, di aver allestito servizi medici e consulenze legali per le migliaia di persone che sono arrivate o che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane. Nell’accampamento allestito in uno stadio della capitale sono stati per ora installati serbatoi in grado di contenere 10 mila litri di acqua potabile. Tra i migranti che sono arrivati o sono in arrivo ci sono donne incinte, molti bambini, e persone vulnerabili e indebolite dal viaggio. I media locali hanno scritto anche che i residenti di Città del Messico hanno donato vestiti e scarpe.
La prima carovana di migranti – che stanno scappando da persecuzioni, povertà e violenze – era partita dall’Honduras lo scorso 12 ottobre coinvolgendo circa 5 mila persone. Attraverso il Guatemala e il Messico, i migranti seguono le rotte usate per decenni dai migranti latinoamericani che tentavano di raggiungere il territorio statunitense. Nelle settimane successive in America centrale si sono formate nuove carovane, seguendo sempre la stessa logica: non più viaggiare nascosti, per esempio nei carichi dei camion o seguendo le indicazioni dei trafficanti di esseri umani, ma muoversi in gruppi numerosi, sperando così di guadagnarne in sicurezza.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che, se necessario, userà l’esercito per chiudere completamente il confine USA-Messico e per fermare i migranti che lo vogliono attraversare. Ha anche minacciato di tagliare gli aiuti a Guatemala, El Salvador e Honduras, che sono i paesi da cui si stanno muovendo le carovane.