A Teheran si bruciano dollari americani e bandiere di Stati Uniti e Israele
Durante una protesta organizzata dal governo iraniano, e alla vigilia della reintroduzione delle sanzioni decisa da Donald Trump
A Teheran, la capitale dell’Iran, migliaia di persone stanno partecipando a una manifestazione anti-americana organizzata dal regime iraniano. Le immagini della protesta, trasmesse in diretta dalla televisione nazionale, mostrano i manifestanti cantare slogan come «morte all’America», e bruciare bandiere di Stati Uniti e Israele, dollari americani e pupazzi raffiguranti Donald Trump.
Manifestazioni simili si tengono a Teheran ogni 4 novembre, per celebrare l’anniversario dall’inizio della cosiddetta “crisi degli ostaggi“, il 4 novembre 1979, quando un gruppo di studenti iraniani assaltò l’ambasciata americana a Teheran e tenne in ostaggio 53 suoi dipendenti per 444 giorni. Allora in Iran c’era appena stata la rivoluzione khomeinista, guidata dal Grande ayatollah Ruhollah Khomeini, cioè il religioso che fondò la Repubblica islamica come la conosciamo ancora oggi. Quest’anno però le manifestazioni filo-governative non si stanno rivolgendo solo a ricordare un evento lontano: si sta protestando anche contro la decisione dell’amministrazione Trump di reintrodurre tutte le sanzioni che gli Stati Uniti avevano tolto all’Iran dopo la firma dello storico accordo sul nucleare iraniano, nel 2015.
La reintroduzione delle sanzioni statunitensi all’Iran, annunciata venerdì dal governo americano, riguarderà soprattutto l’esportazione di petrolio iraniano e la gestione del settore bancario. Diversi analisti hanno sottolineato come le sanzioni potrebbero essere un durissimo colpo all’economia iraniana, da diverso tempo in difficoltà. Da parte sua l’obiettivo di Trump è quello di convincere l’Iran a rinunciare al suo programma missilistico e nucleare e ad adottare una politica estera meno aggressiva nei confronti di altri paesi del Medio Oriente.