I primi bilanci sul maltempo, in Veneto
Il presidente della regione, Luca Zaia, ha parlato di «paesaggio lunare» per via delle molte aree senza più alberi, e migliaia di persone sono ancora senza elettricità
Dopo le forti piogge degli ultimi giorni, e ora che almeno fino a lunedì non è previsto brutto tempo, in Veneto si stanno facendo i primi bilanci dei danni: in particolare in provincia di Belluno, nel nord della regione, dove il bacino della diga del Comelico è pieno di alberi caduti per il vento, le piogge e le frane. Ma ci sono problemi anche sull’altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza, dove si stima che siano caduti circa 500mila tra alberi e piante. Sempre in Veneto sono sotto osservazione alcuni fiumi e ci sono state diverse frane.
#3nov #Belluno, ricognizione sulla diga #Comelico effettuata con i #droni dei #vigilidelfuoco, mentre proseguono gli interventi per il #maltempo su tutto il territorio provinciale colpito pic.twitter.com/voQxLwFOi7
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) November 3, 2018
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha parlato di danni stimabili per oltre un miliardo di euro e di 160.000 utenze rimaste senza elettricità. Ieri Zaia aveva chiesto al governo la sospensione di «rate dei mutui, di tributi, tasse e imposte» per le persone coinvolte, dicendo che «è come se ci fosse stato un terremoto». Oggi ha detto di aver parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricevendo assicurazioni sul fatto che «in settimana ci saranno già i primi provvedimenti». Dopo una visita nelle aree più colpite del bellunese, Zaia ha parlato di un «paesaggio lunare», per via delle molte aree senza più alberi e ha invitato i cittadini a «evitare il turismo delle disgrazie».
Zaia ha aggiunto, parlando a chi sceglie di andare in quelle aree in questi giorni: «Non siete d’aiuto. Aspettate che si ripristini bene la viabilità e poi cominciate ad andarci per andare a sciare o fare una gita, la montagna si aiuta anche così. Non deve serpeggiare la leggenda metropolitana che lì non vale la pena di andare, perché non c’è più nulla».
Angelo Borrelli, direttore della Protezione civile, ha parlato di una situazione «pesante, apocalittica, con strade devastate e tralicci piegati come fuscelli». Borrelli ha parlato di venti fino a 180 chilometri orari e ha annunciato che chiederà lo stato di emergenza. Ha poi detto: «Dobbiamo partire subito perché se dobbiamo attendere la conta dei danni ci attiveremo almeno tra due mesi. Abbiamo una sofferenza in tutta Italia, ma in questo territorio è molto più pesante».
Il Corriere delle Alpi, che ha aggiornamenti molto puntuali su quello che sta succedendo nel bellunese, ha scritto che le famiglie senza corrente sono almeno 10mila, e che ci sono problemi nel trovare gasolio e benzina necessari per far funzionare i generatori. Ci sono anche difficoltà a raggiungere alcune località per via delle frane e problemi alle strade: questa mattina risultavano ancora isolati Zoppè di Cadore e Gosaldo, nel bellunese. Molte persone sono poi senza acqua corrente e la protezione civile invita comunque a bere quella del rubinetto solo dopo averla fatta prima bollire per almeno cinque minuti.
Due giorni di sopralluoghi nelle zone maggiormente colpite dall'eccezionale maltempo, ieri in Trentino e Friuli Venezia Giulia, oggi in Veneto. "Il Servizio nazionale di #protezionecivile sta operando al suo meglio", ha detto Borrelli. pic.twitter.com/2v2YDds63M
— Dipartimento Protezione Civile (@DPCgov) November 3, 2018
Oltre al Veneto, hanno avuto seri problemi anche il Trentino-Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia: Coldiretti e Federforeste hanno stimato che per il maltempo sono stati abbattuti almeno 14 milioni di alberi in tutto il Nord-est. Almeno per il weekend, nel Nord-est non pioverà; ci si aspettano però problemi per la pioggia al Sud, soprattutto in Sicilia: alcuni comuni già sono senza acqua e la Protezione civile ha dichiarato lo stato d’allerta rosso, il più alto, fino a questa sera.