La legge di bilancio c’è, seppure in ritardo
Dopo lunghe trattative e con oltre 10 giorni di ritardo rispetto ai termini previsti dalla legge, il governo ha inviato la manovra al presidente della Repubblica e al Parlamento
Aggiornamento del 1 novembre: Poco dopo la mezzanotte di giovedì, Ansa ha scritto di aver appreso da fonti parlamentari della maggioranza che la legge di bilancio era arrivata al Parlamento, alla Camera. La legge avrebbe dovuto arrivare in Parlamento più di 10 giorni fa, ma il governo era in grande ritardo perché doveva ultimare il testo.
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Il governo ha annunciato che la legge di bilancio per il 2019 sarà trasmessa domani al Parlamento, con un ritardo di più di dieci giorni rispetto al termine previsto dalla legge. Anche se alla sera di mercoledì le camere devono ancora ricevere il testo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato su Twitter che il disegno di legge è stato chiuso ed inviato al presidente della Repubblica: l’ultimo passaggio prima dell’arrivo in Parlamento.
Il governo ha avuto diverse difficoltà nell’ultimare il testo. Gli articoli della legge sono passati da una settantina a più di 120, mentre ancora martedì sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria erano in riunione con gli altri ministri e sottosegretari vicini al Movimento 5 Stelle per ultimare alcuni particolari della legge. La Lega non ha partecipato alla riunione e ha fatto sapere che considera il testo oramai chiuso.
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La principale novità uscita da questi giorni di messa a punto è che la legge di bilancio non conterrà i dettagli sul funzionamento del cosiddetto “reddito di cittadinanza” né la riforma delle pensioni con la cosiddetta “quota 100”, ma soltanto gli stanziamenti per le due misure (circa 7 miliardi di euro per ciascuna). È stato lo stesso Di Maio ad annunciarlo: «Nella legge di bilancio ci sono i fondi. Le norme che dispongono come accedere a quota 100 e al reddito di cittadinanza credo saranno oggetto di un decreto subito dopo la legge di bilancio o prima della fine dell’anno». Questo vuol dire che il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni saranno esaminati successivamente alla legge di bilancio, con due iter diversi e separati tra loro, e tempi evidentemente molto più lunghi e incerti rispetto a quello che sarebbe avvenuto con il loro inserimento nella legge di bilancio.
Un altro cambiamento degli ultimi giorni è la bizzarra norma che prevede di offrire in concessione terreni a vocazioni agricola al momento incolti alle famiglie che nel corso dei prossimi tre anni dovessero avere il loro terzo figlio. La norma, che molti ipotizzano sia stata proposta dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, è stata oggetto di molte critiche e prese in giro, e non è sicuro che sopravviverà ai vari processi di revisione a cui sarà sottoposta la legge.
Durante la riunione di martedì sera, invece, si è discusso soprattutto della cosiddetta “cabina di regia”, cioè l’organo che deciderà come e dove spendere i fondi che la legge di bilancio destinerà agli investimenti, una spesa su cui ha insistito molto il ministro dell’Economia Tria. Secondo i giornali, il ministro delle Infrastrutture Toninelli rivendica per sé il ruolo ma non tutti sarebbero d’accordo, in particolare per i numerosi errori commessi da Toninelli nella gestione della situazione successiva al crollo del ponte a Genova. Al momento non è chiaro chi l’abbia spuntata.
Se il testo dovesse effettivamente arrivare al Parlamento domani, inizierà a quel punto la lunga opera di discussione e modifica della legge da parte delle Camere. Solitamente, infatti, la manovra viene approvata dal Parlamento in una forma diversa e ampliata rispetto a quella uscita dal Consiglio dei ministri: deputati e senatori aggiungono commi, emendamenti ed interi articoli, spesso per finanziare interventi o altre misure che hanno a cuore (questo processo viene spesso definito con un termine un po’ brutale: “assalto alla diligenza”).
In ogni caso, il Parlamento dovrà approvare il testo entro il 31 dicembre. La legge di bilancio, infatti, oltre a introdurre le norme che servono a realizzare il programma di governo, è anche la legge economica fondamentale, quella che autorizza lo stato a prelevare il denaro necessario a effettuare tutte le spese, dal pagamento degli stipendi pubblici a quelle che servono a far funzionare i ministeri.